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Attualità | 20 agosto 2023, 17:56

Haiti fra drammi e nuovi inizi. Suor Marcella a settembre nella Repubblica Dominicana: «Che la Kay possa andare avanti a vivere la bellezza che ha sempre vissuto»

La missionaria bustocca in questi giorni si troverà in Umbria: «La violenza vissuta non ha ucciso lo Spirito della Kay che ha continuato ad aprire le porte per i più piccoli in difficoltà»

Haiti fra drammi e nuovi inizi. Suor Marcella a settembre nella Repubblica Dominicana: «Che la Kay possa andare avanti a vivere la bellezza che ha sempre vissuto»

Haiti è sempre scossa dalla violenza: in questi giorni, 10mila persone sono state sfollate dalle bande. Eppure c'è qualcosa, qualcuno che resiste. «La violenza vissuta non ha ucciso lo Spirito della Kay che ha continuato ad aprire le porte per i più piccoli in difficoltà». A parlare è suor Marcella Catozza, che è dovuta rientrare in Italia nelle scorse settimane perché la sua presenza attirava i banditi, le richieste di denaro, le minacce.  LEGGI QUI

Adesso è in Umbria, ma presto andrà nella Repubblica Dominicana per incontrare delle persone e costruire il futuro. Intanto, alla Kay ci sono anche nuovi inizi, si sono accolti cioè «i più piccoli in difficoltà: sono arrivati Ronalson, Woodkerline, Esther, Lovenson, Dalensky e Rose Ferline. Qualcuno di loro denutrito grave e costretto quindi ad un tempo di ospedalizzazione ma adesso che sono tutti alla Kay l’allegra brigata permette alla storia di Bene di continuare pur dentro la violenza che ci ha travolto».

Un segnale importante è stata la risposta al progetto “Dategliene voi”: «L'avevamo lanciato nei mesi scorsi per aiutare le famiglie della bidonville e dar loro un segno di speranza ha visto la grande generosità di tanti di voi: abbiamo raccolto 23.425 euro quindi oltre la cifra ipotizzata. Sono davvero grata a quelli tra voi che si sono lasciati provocare dalla proposta, non perché avete dato dei soldi, ma perché vi siete confrontati con il bisogno dello sconosciuto che vi vive accanto e l’avete fatto».

La partenza di suor Marcella è stata decisa dopo il confronto con il Nunzio Apostolico:  «Ho capito che forse la mia presenza in questo momento metteva a rischio tutti perché finché io sono alla Kay c’è qualcuno da ricattare. A malincuore e con dolore ho quindi deciso di partire, da un giorno all’altro, restando a vedere cosa sarebbe successo. E infatti da quando sono partita nessuno è più andato a dare fastidio alla Kay. In questo clima gli educatori hanno preferito non fare il campo estivo per non attirare un’attenzione che sembrava già essere su di noi. I nostri bambini hanno partecipato al campo estivo della scuola che hanno frequentato anche se molto diverso da quello che per noi è il campo! Quelli bocciati a scuola hanno frequentato il corso di recupero estivo per cercare di aiutarli a prendere il ritmo».

Certo, pesa la lontananza: «Vedremo come fare a rientrare, se e quando poterlo fare. Non è facile, ma in questo momento stare lontani significa voler bene ai nostri bambini e soprattutto credere che tutto concorre al bene».

Si sta lavorando anche per i bambini diventati grandi che hanno fatto ritorno in famiglia: «Richena, Dina e Mickenson sono tornati con il fratello Richelo a cui abbiamo affittato una casa poco distante dalla Kay e hanno cercato ormai capofamiglia ha accolto in casa Giokenson e Jhon Kery. Continuiamo a sostenerli pagandogli scuola, libri, uniformi, scarpe e tutto ciò che gli è necessario. Mylove e Jesimel hanno lasciato la Kay su richieste delle rispettive mamme. Rubens, Rosalinda, Makendy e Mackenson sono partiti con il papà, finalmente uscito di prigione, per raggiungere la mamma a Jakmel. Abbiamo affittato anche per loro una casa e continuiamo a sostenerli nella nuova scuola che frequenteranno».  Un aiuto è giunto anche dalla comunità Camilliana.

Chi vuole incontrare suor Marcella in Italia, può farlo dal 25 agosto al 3 settembre quando con gli amici della Fondazione Via Lattea sarà a Cannara, vicino ad Assisi.


«Intanto a settembre andrò in Repubblica Domenicana dove mi incontrerò con un gruppetto dei nostri educatori da una parte per far loro sentire che noi continuiamo a esserci, dall’altro per vedere con loro le questioni urgenti che via via riguarderanno la Kay - conclude - E poi ci affidiamo al buon Dio certi che dentro tutto questo il nostro bene e quello dei nostri amici haitiani piccoli e grandi si sta compiendo».

 

 

Marilena Lualdi

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