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Busto Arsizio | 19 luglio 2023, 06:09

VIDEO. Il cantiere e quegli spazi chiusi che mettono paura: viaggio nella stazione Nord di Busto

Le aree ridotte «per la sicurezza» sono state motivate dalle Ferrovie con la normativa antincendio. Ma i timori persistono e ci sono troppe tracce di abbandono, fuori e dentro lo scalo. I nuovi "anfratti" scambiati per wc

Alcune immagini della convivenza con il cantiere alle Nord di Busto

Alcune immagini della convivenza con il cantiere alle Nord di Busto

Gli spazi chiusi, il senso del provvisorio che perdura, il cantiere che spinge avanti i suoi tempi. Dopo la spiegazione sulle opere murarie che hanno ridotto banchine e scale in nome della sicurezza antincendio alla stazione Nord di Busto Arsizio, i timori dei viaggiatori non si sono placati.

Allora abbiamo ripercorso lo scalo in un giorno feriale ma nel cuore dell'estate: quindi con meno pendolari Trenord, anche se crescono invece i turisti.

Entriamo dall'atrio principale, accolti nel piazzale dalla bicicletta mutilata e legata al palo. La parte transennata del cantiere per il nuovo ascensore non vede ancora il cartello aggiornato: provvederanno nelle prossime ore le Ferrovie Nord, come anticipato. LEGGI QUI  La sostituzione dell'impianto si è resa difficile per via del reperimento dei materiali in questo periodo, adesso la pausa estiva non ha accelerato di certo le cose e la società ha annunciato che l'apertura è rinviata a dopo l'estate, anche perché dopo i lavori veri e propri ci sono le parti autorizzative. LEGGI QUI E QUI 

La convivenza con il cantiere rende questa stazione a tratti più spettrale. Come già evidenziato - LEGGI QUI -, è il senso di provvisorietà che colpisce. Il cantiere dell'ascensore accoglie da tempo i viaggiatori, ma accanto alla macchinetta obliteratrice c'è un rinforzo di informazioni tutto tranne che digitale. Ovvero un foglio scritto a mano e incollato a fianco, che indica dove appunto bisogna obliterare.

Dall'atrio principale si scende nelle gallerie come prima, ma le altre scale verso i parcheggi sono state dimezzate nella larghezza sempre per le normative prima citate. Una sorpresa recente, e non gradita ai pendolari, a maggior ragione negli orari con afflusso di gente superiore. Problema appesantito, se ci si sposta verso la banchina: qui sono creati ciò che appaiono come anfratti agli occhi dei pendolari, spazi chiusi necessari in caso di incendio con l'impiego successivo di porte tagliafuoco.

Adesso però solo anfratti sono e creano paura. Chiusi solo in parte, ce n'è uno che ha il nastro biancorosso a frenare incursioni: una barriera troppo fragile per i malintenzionati. Qui si possono scorgere anche frammenti di materiale.

In altri punti, questi spazi emanano un inequivocabile odore: c'è chi approfitta della riservatezza e li usa come wc. Attualmente, passare da queste aree ristrette provoca disagio. Pochi giorni fa, c'era stato un alterco tra due persone: era intervenuta anche la sicurezza a cercare di rintracciarle.

Ma poi il timore principale è lo spazio ridotto per scappare in caso di incendio o altro pericolo: ora sia dalle banchine, sia delle scale. Ci deve essere il rispetto delle regole Rei antincendio, come pure la possibilità di fuga, protestano i viaggiatori.

Già negli orari di punta la mattina, la gente in attesa si accalca vicino e oltre la linea gialla, visti gli spazi limitati a disposizione. Le Ferrovie Nord invitano ad attendere nelle aree dentro le pareti.

Lasciamo passare il treno e risaliamo. Accanto alla stazione, la vecchia casetta che inneggia alla Busto Green. Le colonnine aperte, i fili esposti. Se sembra così di giorno, figurarsi di sera.

Qualche settimana fa, ci è capitato di incontrare due hostess di un altro Paese che avevano sbagliato stazione e anche città a dire il vero, la sera. Cioè, erano partite da Busto centrale la mattina per una gita di relax a Milano e si sono ritrovate al ritorno a Busto Nord. Erano passate le 23 e insistevano per trovare il loro albergo in città.

Una delle poche tristi certezze è che nella città di 83mila abitanti hotel non ci sono e difatti il loro era situato in un paese a fianco. Irraggiungibile a piedi, da entrambe le stazioni, le giovani hanno chiamato in reception: zero taxi a Busto, l'albergo ha promesso che ne sarebbe giunto uno da Gallarate.

Veniva da esitare a lasciare lì le giovani in attesa, mentre aleggiavano soggetti vari: giusto perché erano in due a un certo punto l'abbiamo fatto, lasciando il nostro cellulare. Ci siamo sincerati poi che tutto andasse bene,  ma l'immagine che ci siamo portati a casa quella sera è di una stazione a ridosso del centro, eppure nel deserto. Immagine trasmessa da quelle due ragazze spaesate, di ritorno da una gita a Milano, una con la borsa da un lato, il cartone della pizza dall'altro, che non sapevano come cavarsela e neanche bene dove si trovavano.

La luce del giorno, però, non fa splendere la stazione. Aspettando la realizzazione di Fili - LEGGI QUI - il presente è questo.

GUARDA IL VIDEO

 

Marilena Lualdi

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