Gli spazi chiusi, il senso del provvisorio che perdura, il cantiere che spinge avanti i suoi tempi. Dopo la spiegazione sulle opere murarie che hanno ridotto banchine e scale in nome della sicurezza antincendio alla stazione Nord di Busto Arsizio, i timori dei viaggiatori non si sono placati.
Allora abbiamo ripercorso lo scalo in un giorno feriale ma nel cuore dell'estate: quindi con meno pendolari Trenord, anche se crescono invece i turisti.
Entriamo dall'atrio principale, accolti nel piazzale dalla bicicletta mutilata e legata al palo. La parte transennata del cantiere per il nuovo ascensore non vede ancora il cartello aggiornato: provvederanno nelle prossime ore le Ferrovie Nord, come anticipato. LEGGI QUI La sostituzione dell'impianto si è resa difficile per via del reperimento dei materiali in questo periodo, adesso la pausa estiva non ha accelerato di certo le cose e la società ha annunciato che l'apertura è rinviata a dopo l'estate, anche perché dopo i lavori veri e propri ci sono le parti autorizzative. LEGGI QUI E QUI
La convivenza con il cantiere rende questa stazione a tratti più spettrale. Come già evidenziato - LEGGI QUI -, è il senso di provvisorietà che colpisce. Il cantiere dell'ascensore accoglie da tempo i viaggiatori, ma accanto alla macchinetta obliteratrice c'è un rinforzo di informazioni tutto tranne che digitale. Ovvero un foglio scritto a mano e incollato a fianco, che indica dove appunto bisogna obliterare.
Dall'atrio principale si scende nelle gallerie come prima, ma le altre scale verso i parcheggi sono state dimezzate nella larghezza sempre per le normative prima citate. Una sorpresa recente, e non gradita ai pendolari, a maggior ragione negli orari con afflusso di gente superiore. Problema appesantito, se ci si sposta verso la banchina: qui sono creati ciò che appaiono come anfratti agli occhi dei pendolari, spazi chiusi necessari in caso di incendio con l'impiego successivo di porte tagliafuoco.
Adesso però solo anfratti sono e creano paura. Chiusi solo in parte, ce n'è uno che ha il nastro biancorosso a frenare incursioni: una barriera troppo fragile per i malintenzionati. Qui si possono scorgere anche frammenti di materiale.
In altri punti, questi spazi emanano un inequivocabile odore: c'è chi approfitta della riservatezza e li usa come wc. Attualmente, passare da queste aree ristrette provoca disagio. Pochi giorni fa, c'era stato un alterco tra due persone: era intervenuta anche la sicurezza a cercare di rintracciarle.
Ma poi il timore principale è lo spazio ridotto per scappare in caso di incendio o altro pericolo: ora sia dalle banchine, sia delle scale. Ci deve essere il rispetto delle regole Rei antincendio, come pure la possibilità di fuga, protestano i viaggiatori.
Già negli orari di punta la mattina, la gente in attesa si accalca vicino e oltre la linea gialla, visti gli spazi limitati a disposizione. Le Ferrovie Nord invitano ad attendere nelle aree dentro le pareti.
Lasciamo passare il treno e risaliamo. Accanto alla stazione, la vecchia casetta che inneggia alla Busto Green. Le colonnine aperte, i fili esposti. Se sembra così di giorno, figurarsi di sera.
Qualche settimana fa, ci è capitato di incontrare due hostess di un altro Paese che avevano sbagliato stazione e anche città a dire il vero, la sera. Cioè, erano partite da Busto centrale la mattina per una gita di relax a Milano e si sono ritrovate al ritorno a Busto Nord. Erano passate le 23 e insistevano per trovare il loro albergo in città.
Una delle poche tristi certezze è che nella città di 83mila abitanti hotel non ci sono e difatti il loro era situato in un paese a fianco. Irraggiungibile a piedi, da entrambe le stazioni, le giovani hanno chiamato in reception: zero taxi a Busto, l'albergo ha promesso che ne sarebbe giunto uno da Gallarate.
Veniva da esitare a lasciare lì le giovani in attesa, mentre aleggiavano soggetti vari: giusto perché erano in due a un certo punto l'abbiamo fatto, lasciando il nostro cellulare. Ci siamo sincerati poi che tutto andasse bene, ma l'immagine che ci siamo portati a casa quella sera è di una stazione a ridosso del centro, eppure nel deserto. Immagine trasmessa da quelle due ragazze spaesate, di ritorno da una gita a Milano, una con la borsa da un lato, il cartone della pizza dall'altro, che non sapevano come cavarsela e neanche bene dove si trovavano.
La luce del giorno, però, non fa splendere la stazione. Aspettando la realizzazione di Fili - LEGGI QUI - il presente è questo.
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