Un gioiellino, che non sia un lusso, anzi splenda per tutti. I ragazzi che avranno un bel campo in sintetico nuovo, ma i bambini si troveranno i giochi in un punto ben visibile e gli anziani non perderanno certo lo spazio per ritrovarsi e svolgere attività.
È quanto fiorirà quest'estate a Santa Croce. Sono partiti i lavori di sistemazione dell'oratorio: si dovrebbero concludere a settembre, in tempo per la patronale della parrocchia di Busto Arsizio che oggi viaggia insieme a quella di Sant'Edoardo. Verrà rinnovato il campo di calcio, che sarà in sintetico appunto, e i giochi per bambini vengono sostituiti e riposizionati.
Sarà un evento da festeggiare e l'Ardor conta di farlo il nove settembre, attraverso una festa con oltre 300 tesserati. Una festa per accogliere, perché quest'ultima è la parola chiave della società nata come espressione sportiva della comunità parrocchiale di Sant'Edoardo. Il parroco don Antonio Corvi e il responsabile del settore giovanile ardorino Alessandro Lavazza raccontano motivazioni, obiettivi, stimoli dei lavori.
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La decisione
«La ristrutturazione dell’oratorio di Santa Croce - spiega don Antonio - avviene come decisione al termine di un percorso affrontato dal consiglio dell'oratorio e dal consiglio pastorale, aiutati da un teologo pastoralista, don Matteo Colombo». Si tratta di avere uno sguardo sul mondo, un mondo che cambia.
«Come sta cambiando situazione anche sociale del quartiere, che impronta vogliamo dargli? - sono gli interrogativi che condivide il parroco - Una zona periferica, una delle migliori strutture oratoriali della città, ma la prospettiva di una presenza ecclesiastica sarà limitata o in collaborazione con Sant’Edoardo. Quest'opera può essere un riferimento per i ragazzi, per la struttura calcistica, ma anche per i bambini più piccoli, essendo al confine del parco». Una vicinanza preziosa, come ci ha insegnato il periodo del Covid. E poi gli anziani: «L’età si sta alzando. Inoltre bisogna mantenere la struttura che accoglie le esigenze di carità».
Il primo passo è stato dunque riqualificare il campo di calcio e con l’Ardor gestire al meglio le attività. Un luogo che andava delimitato per essere sicuro e gestibile. Quindi lo spostamento dei giochi dei bambini, che saranno valorizzati tra i campi di calcio e basket.
Un oratorio a misura d'uomo e il campo di calcio in sintetico ha un significato attuale, perché i bambini oggi sono abituati a strutture di questo tipo.
«Nulla di questa ristrutturazione toglie spazio agli anziani che potranno frequentare il bar e altre attività - ribadisce don Antonio - Come rimane il centro d’ascolto Caritas».
Ardor in campo
Il campo vedrà un tracciato a nove, sette, cinque, per venire incontro alle esigenze. L'inaugurazione vuole essere una grande festa ardorina.
L'Ardor porterà quel giorno la sua esperienza, i suoi valori, il suo cuore. «Sì, con i nostri 300 tesserati - osserva Alessandro Lavazza - Faremo in modo che tutti siano in campo con una bella festa insieme». Una struttura utile anche per gli allenamenti della società bustese, la quale d'altro canto contribuisce a rendere vivo e sereno il luogo, «pieno di cose belle».
Oggi l'Ardor coltiva con uguale entusiasmo i principi che ne hanno caratterizzato la sua storia.
«Negli anni - spiega Lavazza - ci siamo dati degli obiettivi, come stabilizzare la parte allenatori, con tantissimi ragazzi che vengono dall'oratorio, dalla prima squadra, dalle giovanili e abbiamo la sensazione di avere un bel gruppo. Ma poi nell'ottica dell'accoglienza, per fare in modo che i bambini arrivino e restino, la seconda cosa era la parte della struttura».