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Politica | 22 giugno 2023, 16:55

«Basta polvere sotto al tappeto, ben venga un confronto netto nel Pd. Serve una linea politica definita»

Giorni “agitati” per i dem: «Un confronto è auspicabile», sostiene il segretario provinciale Giovanni Corbo. Pericolo scissioni? «Non hanno mai fatto bene a chi se ne va». Ha fatto discutere la partecipazione di Schlein alla manifestazione dei 5 Stelle: «Siamo un grande partito e dobbiamo essere orgogliosi delle nostre idee, non piegarci agli umori delle piazze sollevate da altri». Sarà «un’estate militante» anche a Varese? «I presupposti ci sono, gli iscritti si fanno sempre in quattro. Ci aspettiamo di vedere i big»

«Basta polvere sotto al tappeto, ben venga un confronto netto nel Pd. Serve una linea politica definita»

Sono giorni “agitati” nel Partito Democratico, in una settimana caratterizzata dalla direzione nazionale. «Un confronto così netto è auspicabile», sostiene il segretario provinciale di Varese Giovanni Corbo, consapevole che esiste il rischio che «lo scontento possa determinare delle fratture». Pericolo scissioni? «Non hanno mai fatto bene a chi se ne va». A far discutere è stata anche la partecipazione di Elly Schlein alla manifestazione dei 5 Stelle: «Siamo un grande partito e dobbiamo essere orgogliosi delle nostre idee, non piegarci agli umori delle piazze sollevate da altri». Sarà «un’estate militante» anche a Varese? «I presupposti ci sono, perché gli iscritti si fanno sempre in quattro. Ci aspettiamo di vedere i big del partito alle nostre feste».

Sono stati giorni “agitati” per il Pd, nella settimana della direziona nazionale. Che cosa sta succedendo?
«I nodi vengono al pettine, e secondo me è auspicabile questo confronto così netto. Per troppi anni gli equilibri tra le correnti hanno fatto sì che si mettesse la polvere sotto al tappeto per poi arrivare a decisioni incomprensibili per gli iscritti, come le dimissioni di Zingaretti e Letta. È giusto che il confronto sia molto più schietto e diretto affinché in questo modo possa emergere una linea definita e marcata su cui il partito possa poi prendere slancio. È evidente che se questa definizione della linea non sarà frutto di sintesi delle istanze plurali del partito, c’è il rischio che lo scontento possa determinare delle fratture. Ma se in nome del pluralismo ogni volta rimaniamo statici, è evidente che questa situazione fa male al partito. Aggiungo anche un altro elemento che non è da trascurare».

Prego.
«Fin quando siamo stati al governo, un margine di inerzia era anche consentito, perché giustificato dal fatto che governavamo insieme a forze non politicamente a noi affini, e c’era anche un margine di tolleranza da parte dell’elettorato nel giustificare scelte non proprio appartenenti alla nostra linea politica. Ora che siamo all’opposizione non abbiamo alibi alcuno per non dare una sterzata netta su dei temi in maniera convincente. Questo aspetto di individuazione di una linea netta che ha fatto emergere nell’ultima direzione un confronto molto vivace si ripresenta anche sui territori. E io auspico davvero che ci sia questo confronto e che non vengano fatte scelte di comodo, compiacenti».

Prima ha parlato di rischi. Mette in conto anche scissioni vere e proprie? Mi riferisco alle componenti cattolica e riformista.
«Non sono così addentro a delle dinamiche da caminetti e segrete stanze per poter dire se questo rischio sia reale. Faccio appello a una considerazione molto opportunistica: le scissioni non hanno mai fatto bene a chi se ne va. Lo osservo io da umile segretario provinciale, ma credo che sia ben chiaro anche a chi riveste ruoli di primo piano. Andarsene per andare dove? Conviene probabilmente essere all’interno e fare una dialettica forte per prendere la palla al balzo quando se ne presenta l’occasione, piuttosto che andar via e rappresentare una parte periferica di qualche altra formazione politica che già è periferica».

Anche un esponente varesino importante come il senatore Alfieri, al Corriere ha assicurato che la sua corrente riformista rimarrà nel partito.
«Alfieri dice quello che ritiene. Ha detto così, vedrà lui…».

Si è discusso molto della partecipazione della segretaria Schlein alla manifestazione dei 5 Stelle. Da segretario provinciale, che idea si è fatto?
«In nome dei risultati elettorali, che tra l’altro non ci premiano nemmeno, stiamo sfumando la nostra linea politica. Rimango convinto che il Pd sia il partito baricentrico e di riferimento nell’arco parlamentare italiano, anche per il centrodestra, che si confronta con noi. Questo ci dovrebbe guidare nella nostra azione, nel senso che dovrebbero essere gli altri a guardarci, non noi a sottostare alle indicazioni o agli aut aut degli altri partiti. Per cui, se la segretaria ha ritenuto che fosse utile andare dai 5 Stelle per marcare una linea, allora potrebbe aver senso. Se invece è un gesto di compiacimento nei confronti di una parte politica, io non sono tanto d’accordo. E non lo sarei nemmeno se l’avesse fatto con qualche altra forza politica. L’elettorato si aspetta che noi usciamo con le nostre idee, non con letture di tipo tattico in funzione delle campagne elettorali. Tanti altri partiti hanno fatto delle traversate nel deserto e poi ne sono usciti rafforzati. Noi non abbiamo bisogno di traversate nel deserto perché siamo un grande partito e dovremmo essere orgogliosi delle nostre idee e non piegarci agli umori delle piazze sollevate da altri. Ribadisco: se la segretaria è andata in piazza per marcare una linea politica, ha senso. Se lo ha fatto per dare un senso di compiacimento a un’altra formazione politica, diventa più fragile come strategia».

E lei come ha letto questa scelta?
«Sono un umile segretario provinciale, sindaco di un paese di seimila abitanti. Non ho le informazioni per poter giudicare. Io dico che in questo momento avremmo molto più bisogno di linee marcate e nette. Nell’ultima direzione la segretaria ha dato dei punti chiave su cui lavorare. Ci aspettiamo tutti che si lavori su questi e si trovi lo slancio per essere convincenti».

E ha anche detto che dovrà essere «un’estate militante». Sarà così anche in provincia di Varese?
«Penso che i presupposti ci siano, perché abbiamo diverse feste dell’unità sul territorio. I militanti si fanno sempre in quattro, io rimango ogni volta meravigliato da questa passione e forza che esprimono. Ci sarebbe bisogno che anche i leader nazionali, quando dicono che serve un’estate militante, dessero supporto ai livelli territoriali facendosi vedere. Non dubito che avendolo annunciato sarà così, quindi ci aspettiamo di avere dei big del partito alle nostre feste».

Intanto anche in provincia di Varese si attende il congresso…
«Domani ho una riunione con i vertici regionali per iniziare a capire meglio quali possono essere le date in cui potrebbero svolgersi i congressi. Il nazionale ha comunicato che dovranno tenersi entro la fine di ottobre». 

Riccardo Canetta

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