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Busto Arsizio | 27 aprile 2023, 07:00

Agnese, il canto, "il mio Ginetto" e quella sua forza gentile di nome amore. Il ricordo degli amici: «Era la principessa ideale di un maestro di vita»

Oggi alle 15.30 i funerali di Agnese Fumagalli, moglie del cittadino benemerito che ha ricevuto innumerevoli messaggi di cordoglio e affetto in questi giorni. La dedica speciale di Giavini: «Vegn chì Agnese, la disi a Madòna, propi lé»

Agnese Fumagalli Grilli

Agnese Fumagalli Grilli

Lo sguardo di Agnese, della principessa come la chiamavano tutti, conquistati dall'immagine tracciata da suo marito Ginetto Grilli. Ma anche il suo stile, preciso e garbato. Una forza gentile di nome amore: in questi momenti viene visualizzata in tanti episodi dagli amici, che stanno porgendo le loro condoglianze allo scrittore e cittadino benemerito di Busto Arsizio.

In questi giorni, numerosissime sono state le visite alla casa funeraria "Le Origini" di viale Sicilia, dove riposa Agnese Fumagalli Grilli LEGGI QUI.

L'ultimo saluto sarà quest'oggi, giovedì 27 aprile, alle ore 15.30, preceduto dal rosario alle 15.15, nella chiesa parrocchiale di Sacconago.

«La principessa ideale di un maestro di vita» la definisce Antonio Pedèla Tosi. Lo storico e a sua volta benemerito Luigi Giavini le ha dedicato versi stupendi -che alleghiamo-, partendo da un canzone da lei cantata. 

Andrò a vederla un dì

in cielo patria mia

«Quante volte l'abbiamo cantata insieme e lei sapeva dire benissimo le parole  - spiega Giavini, commosso, nel dipingere una poesia che vibra così - Vegn chì Agnese, la disi a Madòna, propi lé...».

La fede di Agnese, da lei espressa in ogni gesto, nel canto che la univa ancora di più al suo Ginetto.

Già, «il mio Ginetto», proprio così chiamava, lo ricorda Chiara Massazza, già Regiù della Famiglia Bustocca: «Lo diceva con la sua dolcezza eppure con una forza incredibile, una delle più grandi espressioni d'amore, loro sono un esempio».  E poi lo «sguardo così vivo, con quella luce... ogni tanto ti scrutava con la consapevolezza di una persona che aveva sempre capito tutto».

Agnese che raramente compariva, e guai a citarla, perché era il suo Ginetto a stare sotto i riflettori. 

Un momento memorabile fu la visita al Consiglio d'Europa con la delegazione della Famiglia Bustocca e del Magistero dei Bruscitti. Giornate gelide, eppure scaldate dall'amicizia. Nel mercatino di Strasburgo un vin brulé preso dalla compagnia, con lei che serbava teneramente il bicchiere per il bell'angelo raffigurato fino a Busto.

Agnese che parlava quando doveva e come si doveva. In un viaggio meno ufficiale, verso le colline del lago Maggiore, uno dei conducenti accelera un po' troppo e viene sgridato in modo veemente da altri gitanti all'arrivo.

Lei no, silenziosa sull'auto, parla solo quando viene interpellata.

- Che bello il lago, vero Agnese?

- A riuscire a vederlo.

Un rimprovero così raffinato, solo sussurrato, che l'automobilista l'accetta con il sorriso, come una penitenza meritata.

Ecco, a noi piace ricordare Agnese con questa e altre immagini condivise. Che poi, ha ragione Ginetto, come sempre: «Le principesse buone muoiono in primavera e vanno in cielo». E soprattutto, quel loro sguardo che scruta la vita e i loro cari non si allontana mai.

Files:
 Agnese. luigi giavini pdf (57 kB)

Marilena Lualdi

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