L'unico messo in discussione è il campo, anche se Vargas lo dice con il consueto garbo. Ma il pareggio conseguito a Trento è un mattone nella costruzione dell'edificio salvezza e non solo. LEGGI QUI
Perché lo chiarisce bene il tigrotto Boffelli: questa Pro Patria è un'evoluzione, qualcosa di così fresco eppure che arriva da lontano. «Un gruppo che parte cinque anni fa, di ottimi uomini, che ogni giorno lavorano per migliorarsi». E ciò ha dato serenità e consapevolezza
Prima l'analisi del match tra due squadre, che venivano - in modo diverso - da ottimi momenti. «Era una squadra che stava facendo molto bene, aspetta il momento giusto per colpire, fisica. Si poteva magari fare qualcosina in più alla fine». Ma nessuna recriminazione.
Il campo: «Non era dei migliori, non è che ci alleniamo a Wembley, però... È un pareggio importante, recuperiamo le energie e aspettiamo la prossima gara». Gara da affrontare sempre in emergenza, visto che causa ammonizioni salteranno la partita contro la Pergolettese Saporetti e Vaghi. Ferri si è fatto male: «Speriamo che non sia grave la sua caviglia».
Questa partita era strategica, «dovevamo dare continuità ai risultati, arrivavamo da tre vittorie e ci aspettava al varco - dice Boffelli - con così tante assenze, a oggi siamo due difensori.. Non siamo riusciti a fare gol, ma ci teniamo stretto questo risultato. Pur con un po' di rammarico perché potevamo portare a casa tre punti».
E Boffelli conferma la bontà di questo gruppo, che affonda le radici a cinque anni fa. Che ogni giorno è cresciuto e sta crescendo insieme. Mantra, non prendere gol, una sicurezza maturata in questi anni: «Da qui bisogna passare, soprattutto in campi come questi. Mancano undici finali».
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