Chiudi gli occhi, ritrovi il Natale. Che certo è essenzialità, generosità, ma anche stare insieme, tra le pareti domestiche come nelle vie e in quella grande casa di tutti che è un teatro.
L'emozione di un lettore pochi giorni fa diventa anche nostra e condividiamo volentieri la riflessione del signor Gianfranco, che parte dallo spettacolo "Chiudi gli occhi" della Filarmonica Santa Cecilia al Lux: «Uno dei più bei concerti ai quali ho assistito negli ultimi anni. La sala era gremita come ben notato nell’articolo - LEGGI QUI - e… allora ho fatto questa riflessione: è stata una occasione per tantissima gente, soprattutto non più giovane (come me) per uscire di casa un sabato sera sfidando il freddo e la pigrizia».
Sfidando anche quella nuova, e triste, abitudine che ci aveva limitato nelle uscite dopo la tempesta del virus. Certo, i teatri sono stati tra i primi a ricevere folle desiderose di riviverne la magia dopo lockdown e restrizioni. Ma dopo l'entusiasmo iniziale, si è fatta un po' fatica quest'anno a mantenere quel ritmo. E si sa quanti sacrifici stiano affrontando le sale di Busto Arsizio e di tutto il territorio per creare e ottenere poi segnali dal pubblico tra spettacoli teatrali, concerti, eventi: quelli che ricaricano casse e anima. I ripetuti appelli, pensiamo al Teatro Manzoni - LEGGI QUI - parlano chiaro. E proprio al Manzoni, si è allargato il cuore vedendo la sala gremita per Ale & Franz, ma anche il successo per “I diVin attori”.
Tornando poi a Sacconago, i numeri da capogiro per “Gli ex amici allo sbaraglio e Puntoeacapo”, nel nome di Lillina Loyonnet Fontana. LEGGI QUI
Successi che si legano anche alle compagnie locali, alla dedizione dei volontari, al sostegno delle parrocchie come accade pure al San Giovanni Bosco, dove i Viandanti Teatranti stanno puntando su una stagione dal titolo paradigmatico, sul doppio binario, adulti e bambini. LEGGI QUI.
O protagonisti o nessuno.
E protagonista, nelle sale cittadine, è stato di nuovo anche il teatro della vita, com'è successo recentemente al "Fratello Sole" prima con il professor Alberto Pellai, poi con la ritrovatissima assemblea annuale dell'Avis Busto Arsizio-Valle Olona. LEGGI QUI
Con l'avvicinarsi del Natale, riaffiora anche questa espressione, "teatro gremito". A lungo - perché ci sembrano lunghissimi questi quasi tre anni - la parola "gremito" sembrava perduta o incuteva persino timore. Nel presentare la stagione in corso poche settimane fa, la stessa vicesindaco e assessore alla Cultura Manuela Maffioli l'aveva sottolineato: «A Busto ci sono ben otto teatri ognuno con la sua unicità e le sue caratteristiche peculiari; ho avuto paura che non tutti riuscissero a riaprire dopo quanto successo». La paura è stata combattuta e vinta, con tenacia e tutti insieme.
Dopo le prove generali dello scorso anno, ora questo finale del 2022 sta regalando calore e speranza. Regalando, anzi, è termine errato: sta un po' ripagando. Le spese, gli sforzi, pensiamo anche all'immenso compito che si è posto sulle spalle il Teatro Sociale "Delia Cajelli" investendo sulla lirica con il sostegno del Comune e degli sponsor e come "Il Trovatore" sia stato anche un fuoco di fiducia con la risposta netta del pubblico.
E proprio al pubblico spetta l'ultima parola per i mesi che verranno: come sempre, per sempre, anche oltre la magia di Natale.