Riceviamo e pubblichiamo la nota congiunta di Aime e di Camera Condominiale Varese sulle modifiche introdotte dal Governo al Superbonus 110%, definite una "toppa peggiore del buco".
«Pare ormai di assistere ad una telenovela. Continui cambi di regole, blocchi e riaperture nell’acquisto dei crediti, costi di cessione che ormai sono lievitati dal dieci al trenta percento. A questo si aggiungono interpelli ed interpretazioni spesso “fantasiose e bizzarre” ed il quadro è completo.
Dalla sua conversione in Legge gli articoli del Decreto Rilancio che riguardano il Superbonus 110% ed il meccanismo di cessione del credito sono stati modificati circa venti volte a cui si aggiungono ulteriori cambiamenti di rango secondario, circolari applicative, provvedimenti della Direzione Centrale dell’Agenzia delle Entrate e centinaia di interpelli.
Il tutto in poco più di due anni: oltre un provvedimento al mese! Ci sarebbe da “compatire” tanta approssimazione se non fosse che questi repentini cambi di regole mettono a repentaglio migliaia di imprese e decine di migliaia di posti di lavoro. L’operazione appare tanto più scellerata se si considera che appare scientificamente perseguita motivandola con dati parziali e senza alcuna valutazione complessiva.
Ancora una volta vengono cambiate le regole in corso, con effetto immediato e si emanano provvedimenti “punitivi” rendendo di fatto impossibile ricorrere alla misura del superbonus 110. E lo si fa senza affrontare il tema vero che è quello dei crediti bloccati. Migliaia di imprese sono ormai al collasso ed in crisi di liquidità. Imprese la cui unica colpa risiede nell’aver utilizzato, in maniera corretta, le regole emanate dallo Stato che improvvisamente, di contro, si è “rimangiato” la parola data rendendo impossibile la cessione dei crediti ed il proseguo dei lavori.
Le ultime recenti dichiarazioni rendono evidente il “cambio di rotta” governativo che, disconoscendo quanto fino ad oggi fatto, attraverso l’utilizzo di dati parziali, smentiti da molti istituti di ricerca, tende ad affossare definitivamente la misura del superbonus 110%. Ciò che appare altresì “stonato” è l’atteggiamento “ideologicamente” orientato e sordo ad ogni appello da parte delle innumerevoli associazioni di categoria.
A gran voce, da lungo tempo infatti, da AIME ad ABI ed ANCE, dalle Associazioni Condominiali alle Reti delle professioni Tecniche, dagli Ordini Professionali a Confedilizia e a CNA, vengono richiesti interventi risolutivi rispetto al blocco nella cessione dei crediti.
Ad oggi le risposte fornite sono tutte andate, ostinatamente, in direzione contraria rendendo sempre più difficoltosa, ma per la verità anche più remunerativa per gli istituti di credito, la cessione dei crediti a scapito dei cittadini e delle imprese. Il Governo emana quest’ultima norma giustificandola con numeri parziali ma tacendo rispetto a quanto affermato, attraverso analisi e studi approfonditi, da primari Istituti di ricerca.
L’'ultima analisi di Nomisma dimostra che il Superbonus può vantare una serie di benefici che lo rendono strumento imprescindibile per trainare il Paese verso una sana e completa transizione ecologica.
Questo quanto emerge dal primo Bilancio Sociale e Ambientale del Superbonus 110% che ha certificato la sostenibilità economica della misura che, a fronte di una spesa di 38.7 miliardi di euro ha generato ben 124.8 miliardi di euro di cui: 56,1 miliardi come effetto diretto - la spesa aggiuntiva in superbonus genera una produzione nel settore delle costruzioni ed in tutti i settori che devono attivarsi per produrre semilavorati, prodotti intermedi e servizi necessari al processo produttivo; 25,3 miliardi come effetto indiretto - ogni settore attivato direttamente né attiva altri in modo indiretto 43,4 miliardi come effetto indotto - le produzioni dirette e indirette remunerano il fattore lavoro con redditi che alimentano una spesa in consumi finali che a sua volta richiede maggiori produzioni.
Analisi della LUISS Guido Carli mostrano come, nel decennio 2020-2030, la stima del disavanzo sarebbe contenuta in 0.81 Miliardi di euro e non in altre mirabolanti cifre. Accanto al valore economico della misura occorre altresì valutare il Valore Ambientale generato che, sempre da fonte NOMISMA, stima in € 500 il risparmio annuo medio in bolletta da parte di ogni beneficiario della misura superbonus. La misura viene altresì considerata quale fattore chiave ineludibile all’interno della strategia energetica nazionale.
Il settore delle costruzioni è uno dei maggiori produttori globali di CO2, responsabile di circa un terzo delle emissioni globali. Il Superbonus ha già consentito di contenere in maniera significativa l'impronta ecologica dei cantieri con una riduzione di 979 mila tonnellate di CO2, pari ad un risparmio di CO2 del 46,4% con 3 salti di classe energetica. Da ultimo, ma non certo per importanza, una valutazione circa il Valore Sociale della misura.
Le risorse investite hanno comportato nel settore delle costruzioni un aumento di occupati pari a 410 mila unità, e nei settori collegati si è visto un aumento di 224 mila unità, per un totale di 634 mila occupati in più. Per quanto riguarda le famiglie, ben 483 mila famiglie con reddito medio-basso (sotto i 1.800 euro) hanno avuto l'occasione, grazie al Superbonus, di effettuare lavori di riqualificazione energetica profonda alla propria abitazione ad un costo prossimo allo zero. Ma allora sono tutte rose e fiori? No certamente.
È del tutto evidente che vi sono state e vi sono storture che vanno corrette ed anche comportamenti poco virtuosi che debbono essere sanzionati. Nessuno è così sciocco da non aver visto speculazioni su taluni materiali o furberie tipicamente italiane. Gettare però via “il bambino insieme all’acqua sporca” non pare una soluzione accettabile e tantomeno sensata.
Queste le valutazioni complessive che dovrebbero far riflettere e che insieme ad un ascolto attento delle categorie interessate possono e debbono condurre ad un quadro di regole chiare e stabili che consentano fra il raggiungimento degli obiettivi di risparmio e di autonomia energetica che, almeno a parole, il Governo ha sempre dichiarato di voler perseguire».