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Sport | 18 ottobre 2022, 09:37

Dall'insulto razzista al calciatore sedicenne fino al grido della velocista Dosso: «Troppa indifferenza, l'importante è prendere posizione»

Non si possono ignorare anche i commenti e i faccini sarcastici sotto i post della vicenda Cas a Gallarate o di Paola Egonu. Il presidente della società sinaghina Gallazzi, che oggi farà un comunicato ufficiale dopo le scuse dei gallaratesi: «Bisogna combattere tutto ciò fin dall'inizio»

Non solo calcio: l'allarme risuona in tutto lo sport. Nelle foto Egonu e Dosso

Non solo calcio: l'allarme risuona in tutto lo sport. Nelle foto Egonu e Dosso

«Parlate per voi». Uno dei - non tanti, ma sempre troppi - commenti che sono scivolati sui post di solidarietà a Paola Egonu (LEGGI QUI). Qualcosa di simile è circolato sull'altra vicenda che ha ferito lo sport del territorio, con eco nazionale: l'insulto razzista denunciato dal Cas di Sacconago ai danni di un suo giocatore sedicenne. L'allenatore del Gallarate - ha spiegato il team di Busto Arsizio - ha telefonato poi a chiedere scusa e la società gallaratese ha emesso un comunicato, annunciando provvedimenti. Questo dovrebbe chiudere la vicenda, Si attendono anche le decisioni della Federazione nelle prossime ore. LEGGI QUI

La solidarietà è scaturita immediata e abbondante, ma non si possono nemmeno sottovalutare i pur minoritari commenti di ben altro tenore. Non si può, anche alla luce di un altro episodio tristemente istruttivo a questo riguardo e di pesanti proporzioni in toni e - non - reazioni. Lo raccontava ieri Zaynab Dosso, velocista azzurra, bronzo con la 4x100 agli Europei di Monaco di Baviera. È  italiana, i suoi genitori della Costa d'Avorio. Sui social e in un'intervista alla Stampa spiega che stava festeggiando con la sorella e le amiche l'ingresso in una nuova casa, ingresso già tormentato da atteggiamenti ostili. Poi una donna le avvicina e chiede soldi, per poi insultare pesantemente l'atleta. «Siamo state gentili, non avevamo monete e basta - ha affermato l'atleta azzurra - Si è messa a bisbigliare crudeltà. Le ho detto "ripeti"' e lei lo ha fatto, a voce alta, in mezzo ai tavoli. Era un locale affollato, tutti hanno sentito e nessuno ha reagito. Una mia amica si è messa a piangere e qualcuno ha pure buttato lì "non è successo niente"».

Zaynab Dosso ha sottolineato proprio questo: il silenzio quasi generale, qualcuno ha anche riso. Ci ricorda i faccini divertiti sul post di Paola Egonu o sulla vicenda Cas: pochi, ma ripetiamo, sempre troppi.

Lei chiede un intervento alla politica: «Se i beceri si sentono più forti, si credono liberi di alzare la voce e restare impuniti. Serve che chi starà al governo dica forte e chiaro che non è così». E forse a ciascuno di noi, che non distolga lo sguardo, che on resti immobile.

Come la squadra di Busto Arsizio è uscita all'insulto. Poi ci sono state le scuse da parte del mister e della società ed è un atto importante. Il Cas emetterà a breve il suo comunicato ufficiale per chiudere la vicenda.

Ma quanto accaduto - ribadisce il presidente Lelio Gallazzi - che sia a Gallarate o a Roma ci richiama a un punto ben preciso: «Bisogna educare profondamente i bambini. In questa società multiglobale non possiamo e non dobbiamo permettere che accadano queste cose. Tutti dobbiamo prendere posizione, una linea rigida che non ammette deroghe».

Basta girare in molti campi proprio con i piccoli presenti, per intercettare già lì frasi allucinanti da allenatori, genitori, nonni. 

«Bisogna combattere tutto ciò fin dall'inizio - conclude Gallazzi - Come in Inghilterra si è vinto sul problema degli hooligans, usando il pugno duro. E adesso loro hanno gli stadi aperti. Importante educare i ragazzi a giocare per se stessi, non contro. L'avversario è l'altra parte di noi stessi con cui confrontarsi».  

Come ci racconta un allenatore bustocco, che ieri ha commentato il caso di domenica scorsa: «Sono cresciuto con l'odio sportivo, mi ricordo le frasi pronunciate per disprezzare gli avversari che sentivo. Avevo solo 12 anni». Lui ha reagito, anche dedicando il suo tempo ad allenare appunto i piccoli, perché insieme si riesca a costruire un ambiente diverso. 

Marilena Lualdi

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