Venti giorni dopo i colpi di arma da fuoco, il 22 luglio 2013 moriva la sindaca Laura Prati.
E questa sera i cittadini di Cardano al Campo si sono stretti, come nove anni fa, sulle scalinate del municipio: se allora fu un modo per darle l'addio, oggi è un modo per ricordarla e sentirla ancora vicina.
Le persone presenti hanno Laura Prati come una persona che si è sempre data da fare per il bene di tutti. I principi per cui ha vissuto la descrivono bene: «Passione, determinazione e pari opportunità». Proprio quelle pari opportunità che lei, con passione e determinazione, ha portato a Cardano al Campo. Una donna che rappresentava questi principi, tanto che voleva essere chiamata sindaca.
L’ex senatrice Erica d’Adda, cara amica di Laura Prati, ha voluto ricordarla così: «Dopo nove anni siamo ancora qui a ricordare la nostra Laura, la ricordiamo tutti i giorni dell’anno. Tutti noi ce l’abbiamo dentro, soprattutto i suoi familiari, magari con meno oppressione dei primi anni. Il 22 è un giorno particolare, è il giorno in cui abbiamo perso Laura e io credo che, restassimo anche gli ultimi dei Mohicani, anche quando diventeremo vecchi arriveremo qui su questi gradini e ci siederemo».
Ha poi provato a immaginarla se tornasse qui: «Nove anni sono tanti, io penso che se arrivasse Laura qui, ci metterebbe 5 minuti ad ambientarsi. Il primo colpo sarebbe duro. Viviamo una pandemia, viviamo una guerra, insomma, stiamo vivendo una situazione che sta cambiando sotto gli occhi in ogni momento. Ecco, anche in questi momenti ci manca una persona come Laura. Di persone così non ce ne sono più tante, non ci sono più punti di riferimento sicuri».
E ancora il ricordo di Laura: «Ci manca tanto perché era una donna straordinaria, un’amica straordinaria e una mamma, una moglie meravigliosa. Avremmo ancora tanto bisogno di vederci, anche magari più spesso, perché io non riesco a trovare persone con cui riuscire a confrontarmi seriamente su tutto».
Infine l’augurio per il prossimo anno: «Per il decimo anniversario penso sia davvero importante ricordarla in maniera degna, dovrebbe essere un evento per la città. Penso che voi sentiate come me quest’assenza». E il saluto, seguito dagli applausi dei presenti: «Ciao Laura, a te che ci guardi».