È andata al di là di ogni aspettativa la giornata dell’ipertensione al rifugio Maria Luisa. Nell’allettante chalet della Val Formazza si sono registrati 220 controlli della pressione, frequenza cardiaca e saturazione dell’ossigeno, eseguiti non da due cardiologi, come previsto, bensì da quattro e nella serata di sabato erano 40 le persone che hanno assistito alle lezioni anche in inglese di esperti sul problema del “killer silenzioso” che per la sua asintomaticità è oggi il principale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.
Dunque un bilancio assolutamente positivo quello registrato ieri in alta quota, a 2.150 metri per l’iniziativa che ha visto coinvolti circa una trentina di rifugi Cai di tutt’Italia promossa in collaborazione con la Società italiana dell’ipertensione arteriosa e la società italiana della medicina di montagna.
«Un vero e proprio exploit – commenta il presidente del Cai Paolo Tagliabue – molto al di sopra delle aspettative. Siamo davvero entusiasti della risposta che i turisti hanno dato a quest’iniziativa. Sono giunte al rifugio persone di tutte le età che hanno approfittato anche di consulenze cardiologiche importanti. Anche la serata di sabato è andata bene».
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La due giorni era finalizzata ad aumentare la consapevolezza sui rischi legati all’ipertensione e promuovere la sicurezza in montagna. Studi recenti dell’istituto auxologico italiano e dell’università Bicocca di Milano hanno dimostrato come la pressione arteriosa salga in modo significativo durante l’esposizione ad alta quota (sopra i 2500 metri), iniziando a modificarsi anche in caso di salita ad altitudini moderate, attorno ai 1800-2000 metri.
Lavori di ristrutturazione
Del resto al rifugio del Cai di Busto Arsizio sono sempre tanti i turisti che fanno tappa: in media se ne contano 400 ogni domenica. Aperto otto mesi all’anno e in questa stagione dal 23 giugno al 30 settembre, è stato oggetto di importanti interventi. «Tutti gli affitti che ricaviamo affidando la gestione – prosegue Tagliabue – li investiamo nei rifugi. E sono circa 20mila euro all’anno.
In settembre terminano i lavori per un nuovo deposito di bici elettriche». Inoltre il rifugio si presta anche a tour in bicicletta: è raggiungibile da una strada carrozzabile e diretta verso il passo San Giacomo che mette in collegamento con la Svizzera. «Abbiamo poi collocato – spiega – una cella frigorifera nuova e cambiato la cucina. Per l’anno prossimo sistemeremo l’ingresso e la sala da pranzo. Inoltre stiamo valutando il progetto di una turbina elettrica per il recupero dell’acqua».
Una targa per i 100 anni Cai
Il rifugio, posto ai piedi del lago Castel offre ospitalità e pernottamento a una settantina di escursionisti. Garantisce sempre prodotti freschi, visto che è raggiungibile con i mezzi. In settembre, altra novità: verrà collocata una targa a ricordo del centenario del Cai.