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Politica | 14 luglio 2022, 11:00

Ospedale nuovo, il Pd: «Non siamo il partito del no. Ma servono risposte su viabilità e struttura esistente»

La pubblicazione del metaprogetto ha riacceso il dibattito su Facebook. «Ma i social banalizzano una discussione che in realtà è complessa», osserva il segretario dem di Busto Pedotti. Che dice: «Siamo favorevoli a una struttura moderna ed efficiente, però non si può ignorare il tema di come inserirla in un contesto più ampio. E la campagna per le regionali non sia un alibi per bloccare tutto»

I rendering pubblicati da Asst Valle Olona

I rendering pubblicati da Asst Valle Olona

La pubblicazione del video col metaprogetto del nuovo ospedale di Busto e Gallarate ha riacceso il dibattito sulla struttura che sorgerà a Beata Giuliana (leggi qui). Perlomeno sui social: su Facebook è anche apparso un sondaggio sulla grande opera.
La questione, però, è complessa e non si può liquidare con un click. Lo fa notare anche il segretario cittadino e consigliere comunale del Partito Democratico di Busto Paolo Pedotti.

Un tema complesso

«Molto spesso – osserva Pedotti – i social banalizzano le analisi, prevedendo un sì o un no netti. Così, però, il tema è mal posto, perché la discussione è più complessa, anche tecnica».
Dal punto di vista del Pd, «c’è la consapevolezza della necessità di un intervento di sanità pubblica sul territorio, perché gli ospedali attuali non ce la fanno più. Siamo favorevoli a una struttura nuova, moderna ed efficiente, non siamo il partito del no. Però siamo consapevoli che non si può ignorare il tema di come inserire questa struttura in un contesto più ampio».

La transizione da gestire

Dal viaggio virtuale nel nuovo nosocomio emergono «elementi di multidisciplinarietà, flessibilità, un impatto meno pesante dal punto di vista ecologico e un approccio diverso alla presa in carico dei pazienti – afferma Pedotti –. Ma sono passi avanti che dovranno poi trovare riscontro “sulla carta”, nei documenti». Per il Pd, «sull’accordo di programma sull’ospedale nuovo si sta procedendo e vediamo dei progressi, anche se noi, pur avendo un approccio costruttivo, avremmo preso qualche decisione diversa. Su quello relativo all’area attuale non vediamo ancora particolare attenzione».

C’è poi il discorso di «come gestire la transizione: quel periodo di 7-10 anni durante il quale l’ospedale nuovo non sarà ancora attivo. In quella fase dovrà essere comunque assicurata una serie di investimenti finanziari, oltre a un investimento forte sul personale che poi dovrà garantire un certo livello di standard dei servizi per la struttura nuova. Altrimenti, c’è il rischio di ritrovarsi con un'opera nuova multifunzionale, in grado di garantire una presa in carico dei pazienti migliore ma senza il personale formato».

Il tavolo tecnico

Il Partito Democratico si aspetta che si torni ad affrontare questi temi nell’apposito tavolo tecnico: «Serve che l’amministrazione riprenda in mano il tema, soffermandosi anche sulla viabilità, questione su cui pochi mesi fa abbiamo fatto una richiesta di accesso agli atti, ma il progetto era ancora in fase di redazione. Il comune deve rispondere anche sulle esigenze viabilistiche. Ma bisogna discutere anche della struttura esistente e del riutilizzo dell’area attuale di San Giuseppe».

A proposito di sanità, i dem avevano già portato in aula la questione delle case di comunità: «La riproporremo in relazione all’ospedale nuovo, che dovrà tenere conto di questi aspetti ed essere integrato con i servizi sanitari del territorio. Ma anche su questo è emerso ancora poco».

Tema elettorale

L’anno prossimo in Lombardia si terranno le elezioni regionali, e non è escluso che il nuovo ospedale possa essere un tema da campagna elettorale.
«Ma la discussione che potrà emergere non può essere un motivo per andare a bloccare il tutto, col rischio di rimanere a lungo con l’ospedale attuale che non ce la fa più – avverte Pedotti –. Bene la discussione, ma senza uno stop che, peraltro, non potrebbe essere imputato a comitati o gruppi politici. Non ci sono alibi per rallentare l’iter. L’onere maggiore per procedere in maniera spedita lo ha il centrodestra.
L’accordo di programma si dovrebbe chiudere prima delle elezioni regionali. Noi come Pd stiamo lavorando sulla tematica della sanità territoriale e faremo delle proposte. Ma il progetto in sé non può essere messo in discussione in fase elettorale. Anche perché la prima occasione in cui si parlò di ospedale unico risale al 2015. Sono passati sette anni: a questo punto poteva già essere finito».

Riccardo Canetta

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