Un virus sbarca all'aeroporto in Svizzera e seimila piantine di pomodori sono state distrutte per fermarlo. Scene da film, dove appaiono anche analogie con il Covid nei test e nelle misure.
Il virus
Il suo nome è ToBRFV - Tomato Brown Rugose Fruit Virus, spiegano le autorità elvetiche - e rappresenta una nuova minaccia per l’agricoltura svizzera, soprattutto per pomodori, peperoni e peperoncini piccanti. Come in un film, gli ispettori del Servizio fitosanitario federale effettuano prelievi campioni di piante e li inviano alla sede Agroscope di Changins. L'esame si svolge in un laboratorio di quarantena con speciali dispositivi di sicurezza ed emergono le tracce del virus. Di qui la distruzione repentina, all'aeroporto di Zurigo.
Con il commercio globale di sementi e piante, in Svizzera crescono i nuovi parassiti. Il virus ToBRFV è stato rilevato per la prima volta su piante importate lo scorso anno e nel 2022 Agroscope ha già esaminato tre importazioni: due sono risultate positive.
Una missione delicatissima. «È una corsa contro il tempo», afferma Denise Altenbach, Responsabile del Gruppo di ricerca Diagnostica molecolare degli organismi nocivi regolamentati dei vegetali. «Quando riceviamo i campioni di piante, abbiamo al massimo 48 ore per inviare i risultati dei test molecolari al SFF, all’aeroporto. Non ci sono concessi errori. Bisogna evitare che le piantine infette finiscano nelle aziende di produzione e negli orti domestici».
Agroscope è un team in fase di costituzione e destinato a crescere. Quest’anno sono in programma fino a mille controlli a campione, ad esempio nelle aziende produttrici di pomodori, peperoni e peperoncini piccanti, nonché nei vivai e nei centri di giardinaggio.
Ma ci sono anche i compiti come questo, su chiamata.
Come si lavora
Per individuare eventuali tracce di ToBRFV si analizza anche l’acqua di drenaggio delle serre. Una curiosità: è un metodo utilizzato anche per il Covid-19 con le acque di scarico degli impianti di depurazione. «Se un campione casuale risulta positivo, ad esempio in un’azienda di produzione, la raccolta della frutta può continuare con rigide misure igieniche - si spiega - Questo perché gli esperti ritengono che il rischio di diffusione attraverso la frutta sia ridotto e che, in rapporto, il danno per i produttori sarebbe eccessivo. Alla fine della stagione, occorre incenerire tutte le piante e decontaminare tutte le serre interessate, compreso il circuito d’irrigazione».
Altre analogie valgono con il coronavirus: solo i test molecolari chiariscono se si tratta di ToBRFV oppure no. E prezioso è lo scambio internazionale, a cui partecipa Agroscope, nella lotta contro questo nemico.
«l virus ToBRFV è stato individuato per la prima volta in Svizzera nel 2021, in un’azienda produttrice di pomodori del Cantone Turgovia - si racconta - Questa malattia delle piante colpisce i pomodori e tutti i tipi di peperoni e peperoncini piccanti; altre piante ospiti in campo o nell'ambiente sono attualmente sconosciute. Le perdite di resa possono raggiungere anche il 100 per cento. Si tratta di un virus molto contagioso, che sopravvive a lungo sui residui vegetali, nel terreno e nelle serre. Come organismo da quarantena, il virus ToBRFV è soggetto all’obbligo di notifica e lotta ed è monitorato dai servizi fitosanitari federali e cantonali».