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Valle Olona | 24 aprile 2022, 11:11

Commemorazione tra le due Gorla: «La storia non deve farci ripiombare negli errori del passato»

È l’auspicio che si è levato stamattina in via Garibaldi, la strada che collega i comuni di Gorla Minore e Maggiore, dove si è svolta la cerimonia di commemorazione della strage del camion dei partigiani bombardato per errore dagli Alleati il 25 aprile 1945

Commemorazione tra le due Gorla: «La storia non deve farci ripiombare negli errori del passato»

«Non commettiamo gli stessi errori del passato. La storia ce lo insegni». È il monito che si è levato da più parti stamattina in via Garibaldi, la strada che collega Gorla Minore a Gorla Maggiore dove i due Comuni ogni anno in occasione del 25 aprile si ritrovano per commemorare la strage del camion di partigiani bombardato per errore dagli Alleati perché scambiati per tedeschi in fuga. E quest'anno la Festa della Liberazione ha voluto ricordare la guerra ucraina.

Non a caso i due sindaci presenti e il parroco hanno parlato di storia “magistra vitae”. «Oggi questo momento che ogni anno condividiamo con l’amministrazione comunale di Gorla Minore – ha esordito il primo cittadino di Gorla Maggiore Pietro Zappamiglio – ha un valore più forte: formalmente l’Italia è in guerra. Ha fornito armi alla Nato. Commemoriamo le persone che hanno perso la vita per la libertà. Ma la storia ritorna, è fondamentale per comprendere gli errori del passato. L’altro tema importante su cui vorrei concentrare l’attenzione è quello della comunicazione: pensiamo alla comunicazione da parte russa e da parte della Nato. L’unico modo per poter giudicare la realtà è usare la ragione. L’invito che rivolgo è che noi tutti siamo responsabili di questo. Dobbiamo educarci a guardare la realtà con gli occhi della libertà».

Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Gorla Minore Vittorio Landoni: «Dalla storia si capiscono gli errori: lo vediamo molto chiaramente oggi. Vogliamo camminare in un’Europa unita. Occorre recuperare il senso del 25 aprile, che è il senso di un’Europa unita e libera. La libertà è il primo valore di una convivenza civile. Oggi vogliamo ricordare quei ragazzi pieni di entusiasmo e animati dalla libertà».

Dunque si tratta dei 17 partigiani caduti: tredici dei loro nomi sono incisi sul cippo attorno al quale si è svolta la cerimonia di stamattina. A raccontare la storia è Natale Costantino Perin, classe 1931, detto Tino nella staffetta con cui avvisava i partigiani dei rastrellamenti.

Via Garibaldi è una strada che accomuna questa triste pagina della storia delle due Gorla. Qui un folto drappello di persone tra cui rappresentanti degli Alpini, Anpi, Protezione civile e associazione partigiani, si è stretto attorno al cippo dei loro ragazzi.

Con loro numerosi esponenti delle due amministrazioni comunali: gli assessori alla cultura Annalisa Castiglioni e Antonella Scolfaro, i vicesindaci Beatrice Bova e Renato Grazioli, l’assessore ai servizi sociali Susy Pozzato, al bilancio Fabio Lorvetti, ai lavori pubblici Giuseppe Migliarino. Poi anche il presidente Anpi Paolo Airoldi, il comandante della stazione di Gorla maresciallo Antonino Giuliano, il capogruppo Alpini Vincenzo Bonfanti e il parroco Pierluigi Albricci che ha concluso la cerimonia con una preghiera in cui ha auspicato che «la storia sia l’oggi della pace, della libertà e della verità in un’Europa in cui domini il senso cristiano».

Laura Vignati

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