Nel fermento gentile del Girinvalle in un weekend rovente, è bello anche prendersi i propri spazi. Scivolare magari su quei percorsi affrontati da una vita, ma distrattamente o con il piglio menefreghista dell'automobilista. Allora, è tutta una (ri)scoperta.
Come è successo anche a me, nelle scorse ore, quando ho deciso di lasciare l'auto nella parte alta di Solbiate e scendere a piedi lentamente. Con infinita pazienza la Protezione civile spiegava agli automobilisti insofferenti che no, per questa domenica non si poteva accedere alla Valle, ma occorreva cedere il passo alla cosiddetta mobilità dolce. Chi in bici, chi a piedi, si scendeva in tranquillità verso il fondovalle: una liberazione dalla frettolosa routine.
Ho scelto di compiere questo percorso tra i tanti stupendi, perché Solbiate per me è il paese dell'infanzia, la prova tangibile della primavera semirinnegata in città, la corsa dal nonno in pullman (pullman partito da piazza della Giustizia a Busto Arsizio, come allora si indicava piazza Vittorio Emanuele). E mentre viaggiavamo, la mamma raccontava di quella volta che l'autobus era scivolato giù nella valle a causa del ghiaccio e lei era a bordo, spaventata.
Ecco, parto proprio da questa zona. Non c'è quasi nessuno, i più passano dal sentiero, mentre io voglio proprio godermi la strada come mai mi è successo. Sulle case, posso fermarmi a guardare ciò che resta di un'immagine sacra: di solito, un lampo per me, al volante, mentre ora sembra riprendere forma. Già, il volante. Mentre la strada scende, l'unico elemento capace di afferrare la mia attenzione di solito è il cartello con il limite dei 50 all'ora, che adesso mi pare sorprendentemente fuori posto vista la mia straordinaria lentezza. E ancora il pratone, chiazzato di magliette in movimento, quello che resta delle antiche fabbriche e naturalmente lui, l'Olona. Un po' provato dall'estate in anticipo, qui oscuro, silenzioso.
Pochi metri più in là, è tempo di festa grazie alla Pro Loco e ai suoi magnifici alleati. Già, questi volontari che praticamente trascorrono tutto l'anno nei paesi della Valle a organizzare qualcosa: ogni Comune ha il suo cavallo di battaglia, quello che unisce tutti è lo spirito di abnegazione. Improvvisamente, la strada si colora per dare spazio alle bici e ci si prepara al pranzo insieme.
Torno allora alla scaletta, la mitica scalinata che ha messo alla prova i campioni con il ciclocross. Sono 165 gradini e dopo 121 accoglie la grotta della Madonna di Lourdes, di cui ogni anno mani buone si prendono cura. Gli ultimi 44 gradini conducono nella parte superiore del paese, questa domenica sprofondata nel silenzio. Lo sguardo si posa sul cartello che indica la mostra sulla storia della radio. Una chicca, lontana dalla festa del Girinvalle, ma che racconta un altro volto di questo territorio: la capacità di tenere duro sulla storia. Il Radio Club Valle Olona con Aurelio Carabelli dà il benvenuto a chi entra nel centro anziani in questa strana giornata, dove il tempo sembra fermarsi o almeno correre un po' meno.
Improvvisamente, tutto merita di ricevere un altro sguardo. Ogni dettaglio conta e rivela anche un po' di noi stessi.