La notizia degli aumenti degli stipendi di sindaco e giunta è stata accompagnata da una pioggia di commenti a dir poco critici sui social.
I ritocchi alle indennità sono previsti dalla legge di bilancio varata dal governo Draghi. L’esecutivo ha lasciato alle amministrazioni la possibilità di scegliere se aumentarle gradualmente o portarle subito a regime. La giunta di Busto ha optato per la seconda opzione e in tanti hanno storto il naso. Il provvedimento è inserito nel bilancio che verrà votato questa sera, giovedì, in assise.
C’è chi però va controcorrente rispetto all’indignazione che serpeggia su Facebook (e non solo). È il caso di Matteo Tosi, ex consigliere comunale della lista Busto Grande.
«Condivido che, in questo momento di particolare difficoltà, sarebbe stato più opportuno optare per un aumento graduale», premette.
Ciò detto, «un’iniziativa di questo tipo è sacrosanta. L’ho sempre pensato. Otto persone – un sindaco e sette assessori – che devono badare a una città di quasi 90mila abitanti è giusto che vengano adeguatamente pagate. Hanno responsabilità importanti e muovono capitali ingenti».
Di più: «A mio parere – prosegue Tosi – sarebbe giusto aumentare anche il gettone di presenza dei consiglieri comunali». Un “compenso” che oggi non raggiunge i 35 euro lordi per ogni seduta a cui si prende parte.
«Per ricoprire seriamente questo ruolo, studiando con attenzione tutto quello che si va a votare, è richiesto del tempo. Per andare in commissione a parlare di temi come il palaghiaccio, Accam, l’area delle Nord e così via, non bastano pochi minuti. I consiglieri rappresentano i cittadini ed è giusto che il loro impegno venga riconosciuto. Altrimenti ci dobbiamo accontentare di chi chiede al proprio segretario cittadino come votare».
In sostanza, «se vogliamo che in Comune ci siano professionalità di alto livello, queste devono essere pagate».
C’è chi, come Giuseppe Ferrario, consigliere comunale di Popolo, Riforme e Libertà, ed Emanuele Fiore, candidato alle scorse elezioni con la lista Forza Busto, ha proposto di istituire un fondo di solidarietà dove sindaco e giunta possano liberamente versare una quota degli aumenti (leggi qui).
Idea che non convince Tosi: «Come i proponenti ben sanno, Busto è una città ricca di associazioni che il sindaco e la giunta, se vogliono e come immagino già facciano, possono aiutare, senza bisogno di un fondo apposito. Sarebbe poi del tutto assurdo prevedere una quota fissa da destinare in beneficenza, perché la solidarietà non si fa per obbligo».
Nel corso della scorsa consiliatura, tra l’altro, Tosi lasciò la poltrona in assise per dedicarsi al ruolo di garante dei detenuti della casa circondariale. Incarico per il quale non è previsto alcun compenso. Modalità da rivedere? «Prima ancora di pensare a un rimborso – risponde – mi piacerebbe che il bilancio prevedesse un portafoglio per il garante per sostenere le attività del carcere o tamponare qualche piccola necessità».