«Oggi Legnano ha inciso i nomi di quei sette lavoratori nelle pietre di inciampo perché, come le cose scritte, rimangano. Questi nomi, i nomi di Pericle Cima, Carlo Grassi, Francesco Orsini, Angelo Santambrogio, Ernesto Venegoni, Antonio Vitali e Alberto Giuliani, da oggi, saranno visibili a chiunque passi davanti a quella che era stata la loro fabbrica». Così il sindaco Lorenzo Radice ha spiegato il significato di questo gesto alla commemorazione dei deportati della "Franco Tosi" nel 78simo anniversario.
Una mattina commovente, dove quei fatti si riconnettono più che mai ai momenti attuali e al bisogno di essere uniti in nome dei valori di comunità. Il ministro Andrea Orlando non ha potuto presenziare, ma ha mandato un messaggio ricordando i lavoratori mai tornati: «Sono stati ragazzi come voi, erano genitori come i vostri... sentivano il carico di mantenere le proprie famiglie, ma sapevano che quel lavoro in questa fabbrica era un passaporto di cittadinanza, di diritti e appartenenza a una comunità, dove coltivare la solidarietà. Così come dev'essere una comunità quella del proprio Paese. Sono stati dei patrioti».
Vibrante anche l'intervento di Roberto Carpentieri, per le Rsu, che ha ricordato come ricordare il passato serva per coltivare il futuro e ha puntato il dito contro chi oggi accosta il dramma della deportazione a vaccini e green pass. E quello di Carlo Ghezzi, vicepresidente vicario nazionale Anpi: «Quelle povere vittime furono accusate di una colpa, di aver guidato i colleghi a ribellarsi all'asservimento del regime. E sono diventati dei martiri. Grazie al sacrificio dei patrioti, l'Italia ha potuto liberarsi».
Il pensiero del sindaco Radice è andato al futuro della città anche attraverso come quella della ex Tosi: «Non deve diventare un ricordo, ma continuare a essere presente e, soprattutto, futuro di Legnano. Anche accettando di cambiare, di trasformarsi, di trovare in parte anche nuove vocazioni, ma continuando a esserci. Questo discorso – e permettermi un affondo su un argomento di attualità – non riguarda soltanto le aree della ex Tosi, ma anche quella confinante della ex Manifattura. Oggi ci si presentano possibilità che dobbiamo provare a sfruttare per dare loro un futuro... Saremo a fianco di chi dimostrerà di credere nelle potenzialità di queste aree per lo sviluppo e l’innovazione della nostra città».