È davvero ampio l’assortimento di tecniche di marcatura industriale che vengono utilizzate per garantire la tracciabilità dei prodotti. La marcatura laser è di sicuro la più famosa, ma è nota anche la marcatura a caldo. Ci sono, poi, due tipologie di marcatura che per molti aspetti sono simili, ma che si differenziano per delle peculiarità ben precise: stiamo parlando della marcatura a battuta e della marcatura a micropercussione.
Le caratteristiche della marcatura a battuta
Le tecnologie per la marcatura a battuta prevedono un tipo di incisione che deve essere regolare e costante. La battuta può essere pneumatica o manuale, e deve essere veloce e profonda. Si ricorre a questo tipo di soluzione quando si ha la necessità di marcare dei numeri, dei loghi o dei testi su pezzi che possono anche avere altezze differenti. In base al materiale che deve essere marcato, quindi, è possibile regolare il livello di potenza. A seconda delle necessità, si possono adoperare accessori come i numeratori e i portacaratteri circolari e lineari.
Le caratteristiche della marcatura a micropercussione
Con un marcatore a micropercussione, si sfrutta l’azione di un corpo punta realizzato in diamante o in tungsteno, che viene fatto colpire contro la superficie del pezzo che deve essere marcato. Si parla anche di marcatura a micropunti, dal momento che il risultato che si ottiene è rappresentato da una serie di micropunti che, a seconda dei casi, permettono di ottenere dei codici datamatrix in 2D, dei loghi, delle cifre o dei testi. Ciascun punto deriva da una corrente pulsata che viene fatta viaggiare attraverso un solenoide e che fa in modo che un magnete venga spinto in direzione della superficie. Dopodiché, sempre per effetto della corrente pulsata, il gruppo punta ritorna nella posizione iniziale, prima che venga generato il successivo impulso. Ovviamente tutto questo si svolge in tempi molto rapidi: insomma, ci vuole più a descriverlo che a eseguirlo. Ogni impulso, infatti, richiede una minima frazione di secondo, ed è questo il motivo per il quale per un codice datamatrix in 2D intero possono essere sufficienti pochi secondi (ovviamente dipende tutto dalle dimensioni).
Le caratteristiche del tratto
Un’altra delle differenze più rilevanti che è bene far notare a proposito delle diverse tipologie di marcatura è quella che riguarda le caratteristiche del tratto, il quale può essere continuo o frammentato, per esempio con una sequenza di punti in serie. È da ricordare, in ogni caso, che i marcatori a micropunti di ultima generazione garantiscono un livello di accuratezza tanto elevato e si dimostrano tanto precisi che lo stesso tratto di punti può apparire come una riga continua.
Quando si ricorre alla marcatura a micropunti
La marcatura a micropunti viene chiamata in causa in modo particolare quando si ha la necessità di effettuare delle incisioni permanenti sulle plastiche o sul metallo. Il risultato che si ottiene non è influenzato in alcun modo dalle condizioni dell’ambiente di lavoro e neppure dalle caratteristiche della superficie che deve essere marcata. Il controllo dell’entità dell’impatto può essere assicurato dalla continua misurazione, fra un impulso e quello successivo, della corrente elettrica, mentre la gestione della velocità del movimento dei due assi permette di calibrare la frequenza. Con la marcatura a micropercussione non c’è bisogno di aria compressa ed è possibile intervenire su qualsiasi tipologia di materiale, compreso l’acciaio rinforzato, beneficiando di alta velocità e notevole accuratezza.
Gli ambiti di utilizzo
Le marcature a micropunto vengono impiegate di frequente in ambito aerospaziale e nel settore automotive: si tratta di due campi in cui è evidente la necessità di identificare componenti unici e che si caratterizzano per necessità specifiche dal punto di vista della strutturazione di sistemi di qualità integrali. Anche per i macchinari del settore agricolo si può fare riferimento alla marcatura a micropercussione, che garantisce risultati permanenti su qualunque tipo di materiale. Per questo stesso motivo, vi si può far riferimento anche nei trasporti, nel settore dei componenti elettronici e in quello edile, così come nella logistica e per la lavorazione dei metalli.
La marcatura a micropunti vibrata e quella controllata
La marcatura a micropunti può essere di due tipi: vibrata e controllata. In tutti e due i casi, comunque, si ha la possibilità di intervenire in modo efficace e soddisfacente su una grande varietà di materiali, fra i quali vale la pena di citare il silicio e l’alluminio, ma anche il legno, il vetro e la ceramica. La libertà grafica di cui si può godere è davvero notevole, e così si possono ottenere risultati davvero interessanti per la creazione di loghi o di numeri seriali, come pure di diversi formati di codici e figure geometriche.