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Sport | 15 ottobre 2021, 07:00

Saporetti, quel gol all'ultimo minuto, l'umiltà e l'appello a Busto: «Vieni, ti vogliamo al nostro fianco»

Il difensore tigrotto nonché autore del gol salvifico di Sesto, si racconta a Stadio Aperto. Da pallavolo e ginnastica artistica alla passione calcio: «Ho visto le foto di quando la Pro era in serie D... un'atmosfera diversa. Che bello il ritorno degli ultras. Anche noi possiamo invogliare la gente a crederci, con risultati positivi»

Lorenzo Saporetti

Lorenzo Saporetti

Il 10 ottobre, il calendario dev'essere stato "scompigliato" dal vento: vuoi vedere che era in realtà il 10 agosto, a Sesto San Giovanni, festa di San Lorenzo. Lorenzo come Saporetti, che segna al 90' il gol del sollievo, evitando l'onta di perdere su quel campo.

Il tigrotto a Stadio Aperto sorride e si schermisce: «Era impensabile tornare a casa con zero punti. Per fortuna la palla all'ultimo è finita dentro». Se l'analisi appare già nel segno dell'umiltà, aggiunge poi: «Del resto, il gol che abbiamo preso, mi tiro la zappa sui piedi, è stato per una disattenzione mia».

Così è e vi pare il difensore tigrotto. Un ragazzo di 25 anni con i piedi per terra, ma attenzione che se salta lo fa con entrambi. Non è una metafora: «Un abominio per un calciatore - ride - ma io vengo da una famiglia di pallavolisti. E ho fatto pure ginnastica artistica, che mi ha dato tanto a livello di elasticità, prima di dedicarmi al calcio». Gli ricordiamo che a Busto Arsizio c'è anche una gloriosa società, la Pro Patria Ginnastica, se vuole ripassare i movimenti.

Ancora ci offre il suo sorriso Lorenzo Saporetti, lui che - confessa - gli scherzi nello spogliatoio li riceve e li fa. Un po' burlone, eppure così serio da non mettersi a dare lezione ai ragazzi più giovani: sono altri i preposti, sottolinea.

Ancora a Sesto, riflette Saporetti, sulle due partite in una, che di nuovo si sono viste: «Non siamo entrati in campo con la stessa testa all'inizio nel secondo tempo, loro si sono abbassati... ma quando abbiamo preso il gol, abbiamo ricominciato a far bene. Abbiamo segnato, doveva succedere prima. Sarebbe stato un peccato tornare da Sesto senza un punto».

Tanto più nella partita che ha visto il rientro alla base degli ultras. 

Ha voluto fortissimamente, Saporetti, venir via da Catania e in due giorni ha trovato l'accordo con il direttore sportivo Sandro Turotti. Non ha paura delle difficoltà: «Fronteggiare problemi è l'emblema della vita di ognuno, bisogna trarre il meglio».

E il tigrotto si racconta anche sull'amicizia, da quella con l'ex compagno di squadra e ora avversario al rapporto con Daniele De Grandis: «È condividere tante cose, anche solo una chiacchiera dopo la partita. Essere in sintonia e vedere la vita allo stesso modo».

Se si deve rivolgere ai tifosi "dormienti" spronandoli a tornare allo stadio, vorrebbe al proprio fianco proprio Daniele: «Ho visto le foto di quando la Pro era in serie D... un'atmosfera diversa. Allora anche noi possiamo invogliare la gente a crederci, con risultati positivi».

Domenica 17 c'è il ritorno di mister Javorcic, che lui ha avuto solo un anno come allenatore, tra i suoi compagni ci sono diversi che saranno più emozionati. Ma tutto contribuisce  a far scaturire l'appello: «Venite, sarà una domenica tosta e speriamo di avervi al nostro fianco». Per vivere questo momento insieme, non perché si abbia paura di una squadra tosta come il Südtirol, del resto la Pro Patria quest'anno ha dato il meglio con le grandi: «Queste partite non sono neanche da preparare sotto l'aspetto mentale. Giochi contro avversari forti e sei concentrato al massimo». 

I ragazzi hanno semplicemente bisogno del loro pubblico. Forse, anche per vedere la vita allo stesso modo.

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Marilena Lualdi


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