Franco Binaghi coglie l’occasione offerta dal panorama politico nazionale. Per parlare del contesto locale, quello di Busto. E ribadire le ragioni di una scelta. Quella che ha portato Gigi Farioli a rimettersi in gioco. E, altri, a seguirlo. Perché? Perché certi steccati sono crollati, secondo la lettura del capolista dei “Civici liberali e popolari”.
E la spaccatura nella Lega (vera o presunta, di questi giorni le notizie sugli attriti interni al movimento, sulla leadership di Matteo Salvini e sulle posizioni del varesino Giancarlo Giorgetti) può portare a nuove prospettive. «Le imminenti elezioni – afferma – aprono nuovi scenari, da Roma a Milano. Scenari nei quali devono muoversi i liberali, fra territorio e prospettive internazionali. Per gli “Stati uniti d’Europa”». L’ambizione? Binaghi non lo esplicita ma l’obiettivo sembra essere chiaro: fare di Busto Arsizio, con il voto per il Comune ormai alle porte, un laboratorio politico che guardi ben oltre la tornata amministrativa. Magari dialogando proprio con una parte della Lega. Obiettivo: «L’elettorato moderato».














