I casi della vita, o meglio come evitare altre interpretazioni dannose di questi tempi: Luca Prina non sarà in panchina domenica 29 agosto per una precedente squalifica, ma il suo messaggio ai tigrotti batterà ogni distanza fisica. Ai giocatori, anzi, e ai tifosi, perché «spero di rivederli, io sono di quel calcio lì».
Dietro queste parole nella conferenza stampa prepartita, un concentrato di passione che si riversa: «Io mi emoziono a guardare la maglia, così storica, so quanto possono influire i tifosi, in un modo o nell'altro a seconda delle squadre. I ragazzi, in fondo, sono un po' di quel calcio di una volta. E la stessa società, che io penso che debba essere presa come punto di riferimento per gestione, a 360 gradi». Dai giocatori di proprietà alla comunicazione mai sopra le righe. Anche nella fresca vicenda del turno di Coppa Italia vinto sul campo, ribaltato dalla giustizia sportiva, con tentativo biancoblù comunque di far valere le proprie ragioni con ricorso. Senza gridare, anche se l'amarezza è palpabile.
Occhi sugli avversari
Ma veniamo all'Albinoleffe, reduce tra l'altro a sua volta da solido passaggio in Coppa: «Sa difendere con grande compattezza - analizza Luca Prina - poi nella ripartenza sa fare male. Ha giocatori chiaramente definibili come importanti, possono incidere, un allenatore bravo, lo conosco. Cercherà qualcosa di più dal punto di vista offensivo».
E i suoi tigrotti, che avevano appunto sconfitto la Feralpisalò grazie a un gol di Stanzani? «Sabato scorso abbiamo fatto una grandissima partita difensiva, per 20-25 minuti nei momenti di difficoltà abbiamo scelto esclusivamente di difendere basso. Adesso dobbiamo avere anche la capacità di recuperare e guadagnare campo, anche in altre zone per scegliere un'aggressione alta, sarebbe un segnale di crescita di mentalità». Avere più scelte, insomma, una flessibilità cruciale in un girone che lo stesso allenatore conferma tosto.
Poi ribadisce che in questa Pro tutti si sentono titolari, tutti vanno convolti a fondo. «Alla squadra propongo delle cose gradatamente spiega - quando è pronta a fare qualcosa in più, lo porto avanti. Quando percepisco che è un po' indietro, vado con più calma». È il lavoro precedente, che va continuato, con le idee e l'esperienza di Luca Prina, e sempre con il famoso obiettivo di lasciarsi 5 squadre indietro, altrimenti detto "salvezza".
La forza di Prina
Prina confida: «Mi sento un allenatore forte, perché ho la percezione di allenare una squadra che difficilmente concederà qualcosa agli avversari. Non sarà facile, ma questi giocatori conoscono la categoria, nel Dna non crolla».
Vediamo allora Prina che si siede in tribuna per questo suo debutto in campionato, ma non sarà una tigre in gabbia. Perché il messaggio è stato consegnato in queste settimane di preparazione e gare, e poi perché attorno avrà i tifosi, tanti o pochi che possano essere in questo finale di vacanze per molti.
Ma ci saranno. Importa solo quello, non quella vittoria contro la Feralpi incrinata, perché se sarà stop, ci sarà più tempo per allenarsi. Importano solo queste parole: domenica 29 agosto alle 17.30 riparte il campionato dei tigrotti, con il pubblico.
«Lo spogliatoio penso sia emozionato, sì. È un un giorno importante. Avrò desiderio di trasmettere le emozioni ai ragazzi, che credo non sbaglieranno la partita, rimarranno aggrappati a tutti i 90 minuti».