Puzza a ondate. Come una marea ma inaspettata. Da arginare, sprangando casa. Per evitare che l’odore (di zolfo, secondo alcuni, di uova marce, per altri, di olive andate a male per altri ancora) inquini tutto. Incluse le cucine o le camerette dei bambini. Un fenomeno che, in passato, ha scatenato i residenti delle zone coinvolte (aree al confine tra Cassano Magnago, Cairate e Fagnano Olona): perlustrazioni a tutte le ore per scovare l’origine del problema, segnalazioni sui social (anche in piena notte, con centinaia di interventi) e, addirittura, riflessioni sull’opportunità di trasferirsi altrove.
Be’, l’estate 2021 (è nelle settimane più calde che il fenomeno diventa percepibile, in qualche caso dirompente) ha visto un netto ridimensionamento dei miasmi. Merito, probabilmente, di una collaborazione tra cittadini, amministrazioni comunali, Arpa e aziende del territorio.
Tutto è cominciato a cavallo tra primavera ed estate. Con il reclutamento di nasi. I cittadini delle aree colpite potevano aderire a un monitoraggio, scaricare una App di Arpa e segnalare giornalmente quanto avvertito dalle loro narici. Compilando un vero calendario delle puzze, con indicazioni precise su cadenze e qualità degli olezzi, in base al quale l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente avrebbe potuto produrre analisi e, in casi estremi, attivare controlli straordinari.
I sopralluoghi aggiuntivi rispetto al passato ci sono stati ma non per l’attivazione in massa degli aderenti all’iniziativa (22, oltre la metà cassanesi): le segnalazioni sono state in tutto sei. Un numero esiguo, se si considera che, in passato, sui social (e in comune) gli avvisi arrivavano a decine.
«Il bilancio è positivo – sintetizza Nicola Poliseno, sindaco di Cassano Magnago, il comune più colpito dal fenomeno – nel 2019 e 2020, per limitarci agli ultimi anni, abbiamo ricevuto un numero di avvisi ben diverso». Dunque si sta per archiviare una stagione con meno puzza. Come mai? «Difficile a dirsi – commenta il primo cittadino – anche perché le condizioni meteo, che possono influenzare la diffusione e la percezione degli odori, sono state simili a quelle degli anni precedenti».
Dunque? «Probabilmente ha funzionato il gioco di squadra. Il coinvolgimento dei cittadini con una sistematicità inedita e il contatto con le aziende della zona. Non sono molte ma ognuna poteva contribuire al problema. Tutte, risulta, hanno investito per risolvere l’origine di possibili complicazioni».
Dunque si replica? «Io, la replica la propongo. Intanto, però, è giusto ringraziare chi si è messo in gioco per migliorare la situazione: amministrazioni comunali, Arpa, aziende, cittadini».
Estate 2022 con le finestre aperte, senza pensieri? Ci sperano in tanti.