La Croce Rossa a Legnano ha un ruolo centrale nella comunità, grazie al poderoso ed instancabile lavoro degli oltre 600 volontari e 33 dipendenti che continuano a garantire assistenza e supporto nei confronti delle fasce più deboli della città.
Luca Roveda presidente della Croce Rossa di Legnano, ci spiega cosa vuole dire essere "volontario" per questa straordinaria realtà: mettersi al servizio della comunità, affrontare le maggiori difficoltà a causa del Covid e uno scenario con risorse economiche sempre più limitate.
Quali sono le situazioni maggiori più difficili da affrontare durante il lavoro “da volontario”?
Essere un volontario significa dedicare parte del proprio tempo libero per aiutare persone che si trovano in una situazione di difficoltà. I volontari del nostro comitato sono impegnati in numerose attività: dall’assistenza sanitaria, all’assistenza sociale con attività come la distribuzione di viveri Agea, raccolte alimentari, ippoterapia e molto altro. Durante questa attività spesso si entra in contatto con situazioni delicate e difficili sia dal lato dell’attività svolta sia dal lato umano ed emotivo. Queste situazioni vengono gestite sempre in modo professionale grazie ad una continua formazione.
Come è cambiato il vostro lavoro durante il Covid 19?
È aumentato notevolmente, sia dal lato sanitario che sociale. In ambito sanitario il numero di ambulanze presenti sul territorio è aumentato fornendo, oltre ai mezzi in convenzione, altri mezzi aggiuntivi e nei momenti di picco fornendo assistenza anche nei comuni di Bergamo per fronteggiare l’emergenza. Per questo dobbiamo ringraziare i numerosi volontari e dipendenti che in questo momento di difficoltà non si sono tirati indietro ma hanno aumentato le loro disponibilità. Anche in ambito sociale il nostro comitato è stato pronto a fornire assistenza a tutti coloro che a causa del Covid 19 si trovavano nella condizione di non poter uscire e per questo numerosi volontari con il servizio spesa e farmaci portavano direttamente a casa dei richiedenti tutto il necessario.
Secondo lei quali sono le azioni che la politica dovrebbe adottare nel vostro settore? Cosa manca?
La politica all’interno del nostro settore dovrebbe snellire la burocrazia ed essere più vicina a tutte le associazioni che in modo serio si occupano di amministrare e gestire le attività in modo professionale. Uno degli esempi eclatanti sono i bandi, le gare, le convenzioni che necessitano di forti investimenti sui mezzi ma anche al bene più prezioso: i volontari e la loro costante e impegnativa formazione che molte volte viene sminuita a fronte della scelta di importi al ribasso. Credo fortemente che, come un buon padre di famiglia, la politica debba tenere i conti in ordine ma al contempo gratificare anche i suoi figli. Le mancanze sono state rimarcate maggiormente in questo periodo a causa della mancanza di una visione regionale e nazionale sull’emergenza e anche una visione del sistema sociale sui territori. Se vogliamo pensare ad un progetto di lungo periodo di assistenza sociosanitaria bisogna investire sulle associazioni e non tagliare risorse preziose.
Quali problematiche ha notato su Legnano?
Non parlerei di vere problematiche del Legnanese, ma di ciò che Croce Rossa Italiana Comitato di Legnano ha fatto per il suo territorio nel momento di massima emergenza sia sanitaria che sociale. Ci siamo prodigati incessantemente per assistere l’intera popolazione del legnanese diventando un punto di riferimento importante per l’intero territorio.
Quali sono le fasce più critiche di intervento nella città?
Le fasce più critiche di intervento in città sono sicuramente i più anziani, più vulnerabili: spesso si trovano soli e in difficoltà. O le famiglie che a causa di diversi problemi richiedono assistenza e per questo il nostro comitato con tutti i volontari è pronto a fornire assistenza e supporto.