Si intitola “Non è un disco per giovani” l’album di Wasichu, cantautore di Busto Arsizio, distribuito dall’etichetta sarda “La Stanza Nascosta Records”.
«Sicuramente è un titolo provocatorio – racconta l’autore –. Alla mia età non prendo più niente sul serio. Semplicemente sfotto un genere che è di moda (il rap) e di cui ci si stancherà, come è successo per altri generi in passato. Penso anche che non tutti siano così bravi: è un po’ come se da domani ci svegliassimo tutti pittori: su 60 milioni, solo un milione sarà degno delle gallerie d’arte»
Nell’album è presente una canzone intitolata “Rappers” nella quale è evidente il suo pensiero.
«La musica di oggi – aggiunge – è l’esatto opposto di quella che piace a me e che ho cercato di ricreare. Secondo me un musicista dovrebbe suonare uno strumento, non prendere delle basi campionate prodotte da un computer». Ancora: «Spesso sono ripetitivi, come ormai lo sono diventati anche cantautori “vecchi”. È normale, nessuno ha una creatività infinita».
La maggior parte delle canzoni presenti nell’album è stata scritta durante adolescenza: «Oggi ho più di cinquant’anni – spiega Wasichu –. Da giovane ci avevo provato, ma avevo ottenuto solo due riscontri, quindi avevo mollato. Poi ho iniziato a lavorare e, quando arrivi verso i cinquant’anni, ti viene quella che chiamano “crisi di mezza età”. Così, per gioco, ho inciso di nuovo le canzoni e le ho pubblicate su internet. Alla fine, ho trovato una casa discografica sarda a cui sono piaciuto e che ha deciso di produrmi».
Un album con sonorità degli anni ’70, che spazia dal folk al rock-blues, con rifazioni country. Con tematiche importanti, come ad esempio l’autismo e l’amore violento.
Un album consigliato a tutti gli amanti di questo genere. Anche ai giovani, nonostante il titolo.