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Politica | 30 giugno 2021, 00:08

Masterplan piazza Repubblica, Boldetti: «Una città non si trasforma a colpi di masterplan e rendering»

Il consigliere della Lista Orrigoni contro il documento che modificherà il comparto centrale, inglobando anche piazza XX Settembre, e innescando una rivoluzione viabilistica

Masterplan piazza Repubblica, Boldetti: «Una città non si trasforma a colpi di masterplan e rendering»

Il nuovo masterplan di piazza Repubblica (leggi QUI) non è piaciuto alle opposizioni che hanno sollevato diverse perplessità circa i cambiamento apportati al documento approvato nel 2014. Di seguito le riflessioni del consigliere Luca Boldetti (Lista Orrigoni).

Vorrei cominciare con un’osservazione di metodo sul punto in discussione. Questa maggioranza aveva promesso che avrebbe modificato il PGT in vigore, lo strumento principale di ogni città dal quale derivano tutte le scelte urbanistiche. Invece a Varese si è proceduto al contrario, ossia si sono fatti prima singoli progetti, come quello delle stazioni, di piazza Repubblica o la ristrutturazione del Politeama. Dopodiché, si è cercato di realizzare due diversi masterplan che potessero contenere i progetti già approvati, seguendo l’ordine al contrario, perché una seria organizzazione e programmazione avrebbero voluto prima le modifiche al PGT, poi la presentazione dei masterplan e, infine, i singoli progetti per la realizzazione del masterplan stesso.

La seconda osservazione di metodo riguarda l’inserimento, legittimo per carità, all’interno del masterplan di alcuni piani e progetti non ancora approvati o, addirittura, nemmeno presentati e finanziati: parlo, in particolare, del PUMS e del Tram Treno, che vengono considerati come cosa già fatta.

La terza osservazione di metodo riguarda l’incomunicabilità tra il masterplan dell’area stazioni e Biumo e quello in discussione. Come conciliare le rivoluzioni urbanistiche previste nel documento che voteremo con i progetti edilizi inseriti nel masterplan stazioni? È prevista poi la pedonalizzazione di piazza XX Settembre e la sua totale copertura (pag. 35), insieme ad alcune importanti modifiche viabilistiche a via Morosini e Orrigoni: come si conciliano con la scelta sul teatro unico al Politeama e l’accesso dei mezzi pesanti che trasportano le coreografie, le strumentazioni e quanto necessario per gli eventi da tenersi al Politeama? Perché nel progetto stazioni si sono eliminati parcheggi e sottopassi che sono vitali per l’accessibilità pedonale al nuovo teatro di piazza XX settembre? E, più in generale, si nota come non ci sia una visione unitaria, una connessione, tra i due strumenti urbanistici in questione. Ricordo anche ai colleghi più ottimisti che una città non si trasforma a colpi di masterplan e rendering, ma con una visione chiara e coerente sul suo futuro.

Entrando nel merito dei contenuti, il capitolo 7 riguarda la mobilità e l’accessibilità del comparto. Come si può affermare che nelle vie dell’ambito del masterplan vi è una scarsa fruibilità pedonale? Quella zona è piena di marciapiedi, portici e attraversamenti pedonali.

A pagina 21, viene proposto, a seguito della chiusura di via Spinelli, l’indirizzamento su via San Pedrino per raggiungere l’area delle stazioni. Chi ha approvato questo documento è cosciente delle code che già oggi ci sono in quel tratto stradale, anche per via della corsia degli autobus che sale verso Bosto? Alcuni consiglieri si sono lamentati in passato del traffico in quel comparto, credo che con quanto contenuto in questo capitolo la situazione possa solo peggiorare. Viene poi prevista l’istituzione del doppio senso di marcia in viale Milano, dalle poste all’incrocio con via Dandolo. La mia domanda è come viene gestito l’incrocio con via Casula: è vero che dovrebbe esserci un assurdo semaforo per far attraversare i pedoni, ma se va gestito anche il traffico veicolare si creeranno code e inquinamento ancora peggiori di quelli odierni. Non è meglio creare un piccolo ring a senso unico che coinvolga le vie Casula, Adamoli e Milano, spostando gli stalli da via Adamoli in via Casula, ed evitando così incroci pericolosi?

Non entro poi nel merito delle ZAC, le Area C in salsa bosina, perché ci sarà ampio spazio per affrontarle quando discuteremo il PUMS, ma quelle sono follia pura.

Nel capitolo 8 si parla di “riqualificazione dell’intera Piazza della Repubblica a spazio pubblico riconoscibile come fulcro del nuovo Polo Culturale della città”. A me risulta che lì ci sia il mercato, e trovo inconciliabile uno spazio culturale, che richiede silenzio, concentrazione, riservatezza, con un’area destinata a mercato ed all’inevitabile chiasso che ne consegue. Inoltre, finalmente, viene confermato che al Politeama ci potranno essere massimo 850/900 posti, un numero troppo basso per avere una stagione musicale, teatrale e di spettacoli degna di un Comune capoluogo.

Io penso che, una volta scelta la vocazione della caserma Garibaldi, si sarebbe dovuto investire per una piazza Repubblica veramente luogo simbolo della cultura, lasciando spazio alle idee e agli investimenti della proprietà del teatro Apollonio, ripensando la fruibilità della piazza, promuovendo spazi dedicati ai giovani e alla socialità, ricordo che lì c’era lo skate park, e quella era la sua collocazione ottimale. Pensare un po’ fuori dagli schemi comuni, magari promuovendo un bando di idee per rivitalizzare quel luogo. Il mercato si sarebbe potuto spostare in una zona della città dove avrebbe avuto un minor impatto viabilistico e visivo, come l’ampia area di Masnago attorno alle strutture sportive, dove si potrebbe anche pedonalizzare alcune vie secondarie per ospitare i commercianti o aprire gli spazi dello stadio e farlo vivere anche in settimana.



Redazione

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