Maria Elena Catelli non intende continuare a essere il sindaco di Fagnano Olona. Dimissioni annunciate, durante il consiglio comunale del 22 giugno, con una determinazione che lascia pochi spazi a ripensamenti e dietrofront. Nonostante la sospensione della “variante Farè”. Al Castello è crisi.
«Mi dimetto, vista la mancanza di fiducia»
Il “silenzio assordante” che si è levato dai banchi della maggioranza, dopo gli interventi dell'opposizione sul nuovo rinvio della modifica al piano di governo del territorio per la realizzazione del capannone in un terreno oggi ad uso residenziale, ha fatto prendere la decisione «irrevocabile» alla sindaca Maria Elena Catelli.
«In una parte della mia maggioranza, sono venuti meno i presupposti per proseguire un percorso di fiducia reciproca» ha detto la sindaca, sottolineando che «domani mattina formalizzerò le mie dimissioni irrevocabili».
A questo punto, la seduta è stata sospesa per una ventina di minuti, in quanto è risuonata la richiesta di dimissioni dell'intero consiglio comunale. Ad avanzare la proposta il consigliere della minoranza, capogruppo di Siamo Fagnano, Marco Baroffio. Poi la decisione di ritirare tutte le mozioni all'ordine del giorno e di valutare a “freddo” gli aspetti tecnici. Ora si procederà alla “conta dei giorni” (ne serviranno 20 per rendere effettivo il passo indietro della prima cittadina) e alla stima della possibilità di andare ad elezioni già in autunno, evitando un commissariamento fino alla prossima primavera, se non di un anno.
Il comitato popola la “tribuna”
Le 311 firme di lunedì, contro il progetto di ampliamento della ditta Farè, in via Fratelli Cervi a Fagnano Olona, sono diventate 363 nell'arco di altre 24 ore. E durante il consiglio comunale al Castello di martedì 22 giugno, che doveva decidere sulla “variante al Pgt” e votare l'adozione della proposta di piano attuativo, diversi cittadini, in rappresentanza del comitato spontaneo di quartiere “Insieme per il Villaggio”, hanno occupato la “tribuna” della sala consiliare di Fagnano e le sedie all'esterno. Tutti ad aspettare e attendere quell'atto di responsabilità (LEGGI QUI), invocato nella lettera aperta ai consiglieri comunali di ogni schieramento, ed in particolare nei confronti dei rappresentanti della maggioranza, di Lega e Forza Italia, autentico ago della bilancia. Ma all'orizzonte sembrava stagliarsi un altro nulla di fatto (LEGGI QUI). Perché era stato ancora una volta il pomeriggio a cambiare le carte in tavola della pubblica assise della sera.
L'azienda prende tempo
Una “pec” della società annunciava «la comunicazione di sospensione della proposta di adozione del piano attuativo in variante» riportava testualmente la sindaca. «La società, alla luce del vivace dibattito a livello locale sui contenuti del piano, ha valutato l'opportunità di sospendere il procedimento, con riserva di una ripresentazione aggiornata con una serie di elementi migliorativi, con particolare riferimento alle ulteriori opere di quartiere o compensazione». Poi la chiosa: «La sospensione non significa rinuncia a dare corso alla procedura, bensì deve costituire oggetto collaborativo per superare un dibattito che ha assunto toni accesi». Insomma, l'azienda prendeva tempo, e ne concedeva dell'altro alla maggioranza, come noto, divisa sulla variante. A mettere il punto è stata poi la sindaca stessa, con le sue dimissioni, tanto meditate quanto inaspettate a quel punto della seduta.
Le jeux sont fait. Rien ne va plus.