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Valle Olona | 06 agosto 2025, 20:58

Marnate, il murale fa discutere: l’Ultima Cena con personaggi dei cartoon al posto degli apostoli

Sulla parete della scuola Gabelli compare un murale ispirato all’Ultima Cena di Leonardo. Ma al posto degli apostoli siedono personaggi dei fumetti. L’opera, realizzata coi ragazzi dell’oratorio, è finita nel mirino della polemica

Marnate, il murale fa discutere: l’Ultima Cena con personaggi dei cartoon al posto degli apostoli

A Marnate, l’estate ha lasciato un segno indelebile sul muro della scuola elementare Gabelli. Si tratta di un murale lungo 11 metri e alto 2, ispirato all’Ultima Cena di Leonardo da Vinci. Ma al posto degli apostoli, come ha riportato la Nuova Bussola Quotidiana, siedono personaggi dei fumetti: Biancaneve al posto di San Giacomo, Super Mario su quella che fu la seggiola di San Pietro, e la sensuale Catwoman a impersonare San Giovanni.

«Ci sono proprio tutti», scrive la Bussola, «Scream, Bugs Bunny con l’immancabile carota, il cinico signor Burns dei Simpson, Trilly, Shrek, l’Uomo Ragno e perfino un drago a tre teste». Un insieme “pop” che ha sollevato numerosi interrogativi. L’idea è dell’artista Roberto Todaro, incaricato dal Comune di riqualificare spazi pubblici, e realizzata con l’aiuto dei ragazzi dell’oratorio estivo delle parrocchie di Marnate e Gorla Minore.

Don Luca Molteni, responsabile della pastorale giovanile, ammette a la Bussola che la resa finale del Cristo non l’ha pienamente convinto ma difende la scelta dei personaggi: «L’idea non è mia, ma dell’artista. L’accordo col Comune era di fare un servizio per la comunità. I ragazzi sono stati coinvolti nella realizzazione in un progetto di rete con le varie realtà del territorio per sensibilizzare al bene comune... C’era l’idea di coinvolgere anche i ragazzi più lontani in una forma innovativa di partecipazione».

Quanto alla presenza di personaggi “negativi”, la Bussola incalza: Scream, Burns, un drago a tre teste... dove finisce l’ironia e inizia lo sberleffo? Don Luca risponde: «Non mi sembrava blasfema né dissacrante. Del resto, anche all’epoca di Leonardo, spesso si prendevano come modelle delle prostitute». Ma la Bussola obietta: «Quelle figure venivano poi subliminate. Qui, invece, Catwoman resta Catwoman».

Roberto Todaro, l’artista, difende il progetto: «Il tema era l’inclusione... si è pensato a qualcosa che evocasse partecipazione, non ci vedo niente di scandaloso. Andy Warhol ha fatto lo stesso». Ma, fa notare la Bussola, «Warhol non ha chiesto aiuto all’oratorio per le sue opere».

Per Todaro non c’è nulla di irrispettoso: «Non mi dà affatto l’idea della dissacrazione. Serve ironia, e i sacerdoti avevano approvato tutto». Ma la Bussola conclude amara: «Siamo sempre alle solite: per avvicinare i giovani, si riduce la fede a burletta». E lancia una provocazione: «Si faccia lo stesso con immagini sacre dell’Islam. Siamo sicuri che finirebbe così?»

Il murale resta, colorato e vistoso, così come è acceso il dibattito in paese.

A. M.

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