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Storie | 24 maggio 2021, 20:06

Angioletto Castiglioni dieci anni dopo: «Tu sei testimone più che mai e ci sproni a ricostruire»

Commovente commemorazione dell'ex deportato con interventi che hanno trasmesso un ricordo vivo. Ma le voci che strappano un raggio di sole più forte sono quelle del Coro del Liceo Candiani Bausch

Angioletto Castiglioni dieci anni dopo: «Tu sei testimone più che mai e ci sproni a ricostruire»

Angioletto Castiglioni testimone più che mai della pace, della solidarietà, della libertà. Ma soprattutto un esempio che ci indica la strada per ricostruire, dopo ciò che abbiamo passato in questo lungo anno di pandemia. Lo hanno raccontato le voci che si sono intrecciate con intensità in quella che non è stata una commemorazione, bensì un ricordo vivo. E più di tutte, quelle degli studenti del Coro del Liceo Candiani Bausch diretto dal maestro Andrea Cappellari.

Persino un raggio di sole arriva a stracciare la tristezza che comunque si prova nel non poter abbracciare un maestro, un esempio, un amico durante la cerimonia seguita alla messa nel tempio civico di Busto Arsizio. E ricorda ciò che accadde dieci anni fa, alla sua morte, quando comparve un arcobaleno.

La tristezza oggi è acuita dalla tragedia del Mottarone che pesa su Busto, molto legata al lago Maggiore e alla sua montagna, tanto che il sindaco Emanuele Antonelli ha subito chiesto un minuto di silenzio. Ma si vuole guardare, sognare, costruire oltre, anche per chi non c'è più.

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Monsignor Severino Pagani celebra la messa nel tempio che Angioletto contribuì a far diventare una scuola permanente di educazione alla pace. Poi, nel cortile del palazzo municipale gli interventi a partire appunto dal primo cittadino Antonelli (che ringrazia anche Rosella Formenti per la sua dedizione alla cura del tempio civico), quindi Anna Longo ed Ernesto Speroni per l’Associazione Amici di Angioletto, Liberto Losa per l’Anpi, di Dario Venegoni, presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Ex Deportati, Ivano Mariconti, figlio di Gianfranco, deportato a Flossenburg insieme ad Angioletto, e l'assessore Gigi Farioli. 

Tra gli interventi più commoventi, proprio quello di Dario Venegoni, presidente dell'Associazione nazionale ex deportati. Costituzione e solidarietà, amicizia vera, erano i cardini per suo padre e Angioletto: lo devono essere anche per il nostro futuro.

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 Ma ci sono appunto le voci dei ragazzi a rafforzare i concetti già risuonati, come ribadisce Patrizia Fazzini. Anche nelle scelte dei brani. "La vita è bella" apre le emozioni e le riflessioni. Ma c'è pure un canto africano, che fa pensare alla tenerezza con cui Angioletto posò il Bambino Gesù nero nella culla al tempio civico, per Natale. 

Si esce un po' più forti, forse persino un po' più saggi. Grazie a quei ragazzi nei quali Castiglioni ci aveva insegnato a credere.

Marilena Lualdi

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