/ Economia

Economia | 20 maggio 2021, 11:31

Bioplastiche innovative, il progetto Galatea Biotech dell'università Bicocca parla anche varesino

Il capo ricercatore dello spin off dell'ateneo milanese è Stefano Bertagnoli di Samarate, dove è anche assessore: persino il gruppo Ferrero, si è interessato all'innovazione proposta per il packaging della Nutella

Bioplastiche innovative, il progetto Galatea Biotech dell'università Bicocca parla anche varesino

È partita il 3 maggio scorso sulla piattaforma Opstart la campagna di equity crowdfunding di Galatea Biotech, spin-off dell’Università di Milano-Bicocca accreditata all’ateneo, un innovativo progetto che vede nel ruolo di capo ricercatore il varesotto Stefano Bertagnoli, di Samarate, dove ricopre anche il ruolo di assessore. 

Attraverso questa campagna sarà possibile sostenere le due linee di ricerca di Galatea Biotech dedicate alla trasformazione ed allo  sviluppo di bioplastiche completamente sostenibili e rinnovabili. Obiettivo: acquisire risorse per diventare protagonisti di nuova rivoluzione industriale, strizzando l’occhio all’ambiente. Per farlo lo spin-off universitario necessita di raccogliere 600 mila euro. Tre gli ingredienti: competenza, professionalità, innovazione. Nasce da questi presupposti Galatea Biotech, una giovane e innovativa SME che unisce tutta l’inventiva delle nuove tecnologie alle tematiche altamente rilevanti della sostenibilità e della promozione di una economia circolare. Il 2021 è senza dubbio l’anno dedicato alle plastiche con la messa al bando definitiva di quelle monouso. Un passo importante per l’Unione Europea che lascia spazio a strategie e soluzioni sostenibili per i prodotti a base biologica, nuovi modelli di business che facilitano riutilizzo e riciclaggio più efficienti. 

Galatea Biotech si è focalizzata sulla produzione di bioplastiche al 100% “eco friendly”; nello specifico, lo spin off universitario si è specializzato nell’elaborazione di bioplastiche in acido polilattico (PLA) completamente biobased. «Il PLA è una bioplastica virtuosa in quanto presenta caratteristiche tecniche simili alle classiche plastiche di origine fossile, ma può derivare da fonti rinnovabili come biomasse e, soprattutto, è totalmente biodegradabile, compostabile in compostatori industriali e a fine vita non rilascia residui inquinanti - spiega Bertagnoli, capo ricercatore di Galatea Biotech – il cuore pulsante della nostra tecnologia è un lievito, simile a quello impiegato nella panificazione, che è in grado di trasformare gli zuccheri presenti nella biomassa in plastica». 

«L’utilizzo della plastica in molti settori commerciali (packaging, tessile, costruzioni, medicina, cosmetica, automotive, settore hi-tech) – spiega Paola Branduardi, professoressa del dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze all’Università di Milano-Bicocca e presidente di Galatea Biotech – ha un impatto negativo sull’ambiente, sia durante il processo di lavorazione che nel fine vita e smaltimento: ogni anno nel mondo vengono prodotte 380 milioni di tonnellate di plastica, delle quali solo il 20-25% vengono riciclate mentre il restante finisce nell’ambiente circostante. Noi non vogliamo sostituire i polimeri delle plastiche oggi in commercio nella loro praticità: la plastica ha una versatilità di cui ancora non riusciamo a fare a meno. Quello che il nostro team intende fare è eliminare l’impatto ambientale di queste sostanze. Quando diciamo bioplastica ci riferiamo a un mondo complesso, perché ve ne sono di molti tipi. L'utilizzo di additivi permette di raggiungere le performance desiderate dal settore merceologico di destinazione, ma quelli attualmente utilizzati sono per la maggior parte composti di derivazione petrolchimica che rendono quindi la bioplastica non completamente sostenibile. Noi crediamo che le bioplastiche virtuose debbano necessariamente essere di origine rinnovabile e al contempo biodegradabili: la natura ci offre l’opportunità di sostituire gli additivi di origine fossile, che vengono normalmente utilizzati oggi, con elementi totalmente naturali in grado di conferire alle mescole le caratteristiche necessarie per i differenti impieghi nei settori merceologici».

La sostenibilità e la circolarità che sottendono il lavoro di Galatea BioTech passano anche attraverso il riuso degli “scarti alimentari” che oggi vengono buttati e sprecati. La produzione di PLA di Galatea Biotech si basa sulla fermentazione di scarti della filiera agroalimentare, quindi di sottoprodotti non adatti all’uso alimentare. Un progetto estremamente innovativo che ha attirato l'attenzione persino del gruppo Ferrero produttore della Nutella. «Abbiamo aperto un dialogo con loro per alcune progettualità, ma sfortunatamente non sono andate in porto in quanto i volumi di Ferrero sono anni luce distanti da quelli che possiamo sostenere noi al momento» conclude Bertagnoli. 

 

M. Fon.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore