Un fermoimmagine, a volte può rivelare tanto, tantissimo. Come oggi, a Lecco (LEGGI QUI). Prendiamo la foto di Marco Giussani e la ammiriamo così, in silenzio, tanto c’è già il cuore che fa un fracasso infernale, mentre studiamo un quarto posto in classifica così ricco di significati per questa squadra così saggiamente giovane.
C’è Gatti che vola, verso l'esultanza ora. Accanto a lui Pizzul e Boffelli: divisi ciascuno da un anno, ciascuno con la sua personalità, i suoi sogni, persino il suo modo di gioire. Ma qui gridano una certezza: insieme, si trova sempre la strada.
Lo dirà anche Federico, poi, con la voce che gli trema ancora dall'eccitazione: giunto in questo mondo magico, pensava di ritagliarsi il suo piccolo spazio, e guarda un po' adesso. «Siamo un gruppo pazzesco» esclama. E in quel gruppo, gli occhi ci mettono tutti: anche gli ultras che hanno sospinto con il loro entusiasmo il pullman tigrotto verso Lecco oggi.
Come afferma Sala (che sostituiva lo squalificato Javorcic) al termine della partita: abbiamo superato un altro esame di maturità. Il premio riscosso subito: quarti e i playoff nostra proprietà inviolabile. Il gol di Federico è un piccolo capolavoro, intuito scatenato dal lavoro.
Quante volte si è provata quell’azione? Incalcolabili, secondo il metodo Javorcic. Quanto è spettacolare? Infinitamente, perché questa è la Pro saggiamente giovane, genio e regolatezza.
Perché questo è uno dei lati istruttivi della Pro: lavorare su stessi porta a super risultati, anche nel senso che non è mai noioso. Federico, che arriva tra i professionisti, alla Pro, e subito ce la mette tutta; macché, di più, si infila dentro con tutto il cuore e tutta la mente nell’avventura biancoblù.
Che si fa amare, partita dopo partita, che vede che sì, questa è la sua strada e la scopre giorno dopo giorno più forte, più nitida, con i compagni.
Federico, che un paio di volte fa vibrare davanti alla porta avversaria in questo percorso. I tifosi, anche a distanza, lo sentono, lo prevedono: «Arriverà un gol di Gatti, è nell’aria». Certo che lo è, e viene consegnato nel momento perfetto, contro uno degli avversari di sempre, a casa sua, a una manciata di minuti dalla fine e agganciandolo pure in classifica.
Roba da monelli, anzi da adulti.
Difatti Federico dedica il gol alla famiglia, tutta: dai genitori e alla sua donna, fino a ogni compagno tigrotto. Uno più di tutti però: Ghioldi che non può essere in campo, che freme quanto i compagni in attesa del suo ritorno: «Lo aspettiamo a braccia aperte, qui ho trovato un famiglia». Le braccia aperte come l'esultanza, come l'attesa, di un compagno in difficoltà ma che saprà superare tutti gli ostacoli, di una strada da percorrere insieme. (LEGGI QUI)