Un atto di indirizzo su Accam e posizioni sempre più distanti, anche in maggioranza, soprattutto traboccanti di dubbi. Tant’è che la Lega, con Paola Reguzzoni, si è astenuta e ha preannunciato un emendamento totalmente sostitutivo, che arriverà in mattinata: giovedì sera, infatti, si svolgerà il consiglio comunale di Busto.
Il sindaco Emanuele Antonelli ha però precisato che non accetterà stravolgimenti. Niente giri di parole alla volta di Reguzzoni: «Non ho trovato una sola parola adeguata al mio modo di pensare».
Peraltro la commissione (ed è la terza fiume in pochi giorni), guidata da Roberto Ghidotti, si era già aperta con un emendamento, molto meno terremoto, di Idee in comune, presentato da Alberto Armiraglio, per coinvolgere costantemente il consiglio.
L’atto di indirizzo predisposto da Busto, che cosa dovrà andare a tracciare, in vista dell’assemblea della vita per l’inceneritore sabato (LEGGI QUI)? L’ha detto il presidente di Accam Angelo Bellora: «L’assenso o meno all’avvio di un processo di ristrutturazione del debito e il risanamento con continuità tramite la Newco». La Lega non le ha mandate a dire sulla delicatezza della decisione («Non c'è neanche un piano industriale»), anche per l’elevato numero di soci, quasi 200.«Decidono più velocemente dei 27 soci Accam» ha sospirato Antonelli.
La polemica, tuttavia, non si è placata. Sconsolata Cinzia Berutti (Pd): «Non c’è solo la sostenibilità economica, ma la gestione del ciclo integrato dei rifiuti». Claudia Cerini (5 Stelle) ribadisce: «Qui si parla di creare una Newco in 15 giorni. E ci sono i debiti di 11,5 milioni a oggi, un costo enorme per i cittadini e il rischio delle aziende che ne fanno parte». Anche se è stata data rassicurazione a Reguzzoni, non ci saranno ripercussioni eventuali su Agesp.
Farioli ha insistito: «Stiamo dibattendo un atto di indirizzo, non una delibera». Luigi Genoni (5 Stelle) ha ribattuto però che non c'è un piano industriale, «non ci sono dati oggettivi chiari su cui fare una valutazione, è una documentazione incompleta, e tempi strettissimi». E i toni poi si sono surriscaldati.
I dubbi sono stati quindi tanti, e diffusi. Paola Reguzzoni ha ribadito: «La nostra volontà è dare pieno mandato al sindaco per non fallire la società, ma siamo fermi nel far spegnere l'inceneritore».
Alla fine, cinque voti favorevoli, otto astenuti, un contrario.