Accam, nuovi colpi di scena e domani in assemblea non verrà presentato il bilancio, né si voterà ma si ascolterà la relazione sul nuovo piano. Intanto Accam in una lettera ha detto che il 31 marzo spegnerà l’inceneritore se l'assemblea boccia il piano di risanamento, è stato riportato in commissione consiliare a Busto Arsizio.
Alla fine, la commissione - su proposta dal presidente del consiglio comunale Valerio Mariani - dopo due ore ha deciso di non votare un atto di indirizzo, ma di riconvocarsi mercoledì alle 21 dopo aver appreso i dettagli dell'assemblea. Giovedì ci sarà il consiglio comunale di Busto che dovrà adottare l'atto d'indirizzo.
Le nuove tappe
La seduta si è aperta con gli annunci del sindaco Emanuele Antonelli, ma anche le rivelazioni dell’assessore Gigi Farioli. Una su tutte: il parere del professor Inzitari traccia questo scenario (con un'agibilità entro il 30 aprile) «se entro la fine della settimana prossima non si avrà un piano di ristrutturazione accompagnato da un impegno di società che automaticamente garantiscono una continuità attraverso una Newco (dal primo di maggio), la strada non potrà che essere quella di una procedura concorsuale diversa, di liquidazione. E non lo dico per drammatizzare». Questo perché Busto e i soci possono usare questo momento di crisi per rilanciare una politica di gestione integrata dei rifiuti - afferma Farioli - ma con un atto di indirizzo «non può prescindere da una messa in sicurezza dell'impianto di via Arconate»
Il primo cittadino Emanuele Antonelli ha commentato la lettera mandata da Legnano con il coordinamento soci di Amga nei giorni scorsi con le richieste su cui pronunciarsi «mediante specifica delibera in modo chiaro e inequivocabile, sulla messa a disposizione del terreno (25-30 anni) e di adeguate risorse economiche».
Ha poi citato una lettera di Accam su modalità e tempistiche per il fermo e la conservazione dell'impianto. «Martedì in assemblea dovrebbero presentare il nuovo piano industriale con i consulenti e gli avvocati – ha spiegato ancora Antonelli – incontrerò anche i sindacati dei dipendenti di Accam». I bilanci non si discuteranno, né si voterà il piano di ristrutturazione – ha risposto il sindaco al presidente del consiglio Valerio Mariani – perché servirà qualche giorno per studiarlo.
«Io fino a domani – ha insistito – non farò altro che partecipare e dare suggerimenti, poi il consiglio è sovrano». A questo punto però interviene l’assessore Gigi Farioli, con alcune rivelazioni. «A ulteriore informazione, nel pomeriggio mi hanno riferito – ha detto – due fatti nuovi. È arrivato ad Accam il parere scritto dal professor Bruno Inzitari, che domani sarà oggetto di comunicazione, e mi è stato preannunciato che il presidente presenterà in assemblea (senza chiedere il voto) una delibera per incardinare il processo di ristrutturazione aziendale ai sensi dell'articolo 162 del codice prefallimentare. Ciò prevede la messa in sicurezza con presentazione di un piano economicamente sostenibile da omologare e il passaggio attraverso una Newco». Una volta presentato ai soci, verrà rimandata l’assemblea, tenuta aperta, a cinque giorni dopo.
Posizioni diverse
Ci sarà poi nelle successive assemblee da portare il nuovo bilancio, con corredato il piano di salvataggio, se sarà possibile.«Nel frattempo è arrivata una lettera di alcuni soci minori di Amga (Buscate, San Giorgio, Magnago) - ha detto Farioli - con la netta presa di distanza dalla lettera del sindaco Radice e chiede che Amga chieda che continui nel progetto di ristrutturazione». Subito si è scaldata la commissione, minoranza contro maggioranza e non solo, sulla scia delle polemiche della scorsa volta (LEGGI QUI).
La consigliera leghista Paola Reguzzoni ha ribadito: «Non ci si può confrontare su informazioni così, domani vediamo cosa verrà presentato e decideremo. La nostra posizione è comunque spegnere l’impianto prima possibile. Assolutamente no, al fallimento invece». Reguzzoni si è preoccupata anche delle possibili ripercussioni su Agesp in caso di questa eventualità.
Si infiammano gli animi con botta e risposta tra consiglieri.
Antonelli però ha ribadito: «Io credo ancora nel buon funzionamento del termovalorizzatore e nelle ricadute positive sul territorio».
Contestato da Claudia Cerini (5 Stelle): «Io vedo tante città che non hanno un impianto sul territorio e non piangono, ma si impegnano sulla raccolta differenziata».
Alla fine la decisione di riconvocarsi mercoledì alle 21.