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Gallarate | 23 febbraio 2021, 16:54

Dopo la maxi rissa a Gallarate arrivano gli educatori di strada

Dalla prossima settimana, due educatori si muoveranno sul territorio gallaratese cercando di intercettare i ragazzi nei luoghi di aggregazione, spiegando loro come proteggersi dal Covid e, più in generale, cercando di cogliere eventuali problematicità e disagi prima che questi sfocino in comportamenti aggressivi

Contro le risse tra giovanissimi a Gallarate un progetto di prevenzione

Contro le risse tra giovanissimi a Gallarate un progetto di prevenzione

Dopo la maxi rissa tra adolescenti, a Gallarate arrivano gli educatori di strada per intercettare il disagio giovanile ed evitare che si ripetano episodi di questo tipo.

L’iniziativa nasce proprio in seguito al grave episodio dello scorso 8 gennaio che aveva fatto il giro dei media nazionali. E, più in generale, per trovare una soluzione al problema del disagio giovanile, in crescita dopo un anno di restrizioni. Il progetto, chiamato "Zona d’ascolto-Take a break", è coordinato da CS&L e coinvolge l’assessorato ai Servizi sociali guidato da Stefania Cribioli e la Cooperativa Lotta contro l’emarginazione, oltre a Croce rossa italiana, Mondovisione, Centro servizi volontariato e Asst Valle Olona.

«Abbiamo pensato che le serate indirizzate ai genitori dedicate a questo fenomeno non fossero abbastanza – spiega il sindaco Andrea Cassani –. E abbiamo ritenuto di fare prevenzione direttamente sul campo».

A partire dalla prossima settimana, due educatori della Cooperativa Lotta contro l’emarginazione si muoveranno sul territorio gallaratese cercando di intercettare i ragazzi nei luoghi di aggregazione, spiegando loro come proteggersi dal Covid e, più in generale, cercando di cogliere eventuali problematicità e disagi prima che questi sfocino in comportamenti aggressivi.

«Al di là dell’episodio clou della rissa, che peraltro ha coinvolto perlopiù ragazzi non di Gallarate, non abbiamo registrato gravi casi di violenze – precisa Cassani –. Ci sono bande, gruppi di ragazzi disorientati che fanno “massa critica” e, anche alla luce di quello che è accaduto a gennaio, possono incutere timore a qualche cittadino».

Non mancano infatti lamentele e segnalazioni da parte di gallaratesi preoccupati. «Spesso si tratta di giovani che ascoltano la musica e che non creano grave disturbo – continua il sindaco –. Ma prevenire è meglio che curare».

E ancora meglio è “educare”: «La cooperativa gestiva già uno sportello all’interno delle scuole. Ora questa attività di ascolto da parte di educatori professionali viene spostata sul campo, nelle piazze, nei parchi e nei principali luoghi di ritrovo. I due educatori sono in contatto con i nostri Servizi sociali per un continuo scambio di informazioni utili a individuare situazioni critiche».

Redazione

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