In prima linea contro le discriminazioni e perché le pari opportunità non finiscano per essere solo parole. Tanto più in questo periodo di emergenza sanitaria, in cui ancora gli uomini e più spesso le donne o sacrificano tempo ed energie per far quadrare lavoro e famiglia, a volte dovendo lasciare il primo. E lo smart working - viene denunciato in diverse statistiche - diventa piuttosto extreme working.
Prova del nove, alle consigliere di parità della Provincia da ottobre sono arrivate una decina di segnalazioni, di cui la metà lo scorso gennaio. E proprio le consigliere sono state presentate dal presidente Emanuele Antonelli in una conferenza stampa online: Anna Danesi e la supplente Caterina Cazzato, a pochi mesi dal loro insediamento.
Si tratta di una figura istituzionale dedicata a rilevare e rimuovere discriminazioni di genere in ambito lavorativo e promuovere l'uguaglianza tra uomini e donne nell'accesso al lavoro, nella formazione e nell'avanzamento di carriera.
In ogni Provincia esiste un profilo di questo tipo, nominata dal Ministero del Lavoro di concerto con il Ministero per le Pari Opportunità su designazione della Provincia stessa. Il mandato dura quattro anni. I consiglieri devono supportare donne e uomini vittime di discriminazioni e possono proporre percorsi di conciliazione tra lavoro e famiglia e promuovere progetti di formazione e informazione. Da ottobre appunto – si è spiegato – una decina di segnalazioni sono arrivate per lavoratori che hanno fragilità legati alla legge 104 o comunque alla gestione dei familiari a carico.
Ma l’invito è proprio a manifestare la propria difficoltà prendendo contatto con una mail a consiglieraparita@provincia.va.it