«Ho trovato una Legnano incagliata». Usa proprio questo termine il sindaco, Lorenzo Radice, per “qualificare” la partita, per nulla facile e scontata, che lui e la sua giunta dovranno giocare nei prossimi cinque anni di governo della città del Carroccio. E l'anno e mezzo di commissariamento, per gli effetti dell'operazione “Piazza Pulita”, non hanno certo contributo a migliorare il quadro.
«Ci sono partite urbanistiche ferme da decenni, Legnano è come se avesse vissuto una lunga fase di stallo dalla quale è necessario uscire e ripartire il prima possibile. La città, in tutto questo tempo, ha perso occasioni, il suo tessuto sociale è affaticato; non ha pensato a nuovi servizi per la cittadinanza da mettere in campo. Un aspetto, quest’ultimo, che l’emergenza coronavirus ha drammaticamente messo in luce».
Aria nuova.
Lorenzo Radice è un sindaco giovane (compie 40 anni proprio oggi, 11 gennaio). La sua, a livello politico, è un'amministrazione di rottura rispetto al recente passato. Un'amministrazione che vuole partire da una parola, quasi “magica” per lo stesso primo cittadino: rigenerazione.
«Ci sono tanti edifici da rimettere in sesto - continua Radice - penso al vecchio sanatorio del Parco ex Ila e per quanto sia utopico pensare di farlo in soli due mesi (come vorrebbe qualcuno) dopo oltre trent'anni di abbandono, nel piano triennale delle opere pubbliche c'è la volontà di investire le risorse che abbiamo e che arriveranno dalla Regione e dallo Stato. Ma non lavoreremo solo sulle aree dismesse o abbandonate.
Per rigenerazione intendo anche la manutenzione di quella che chiamo “città materiale”, ovvero strade e marciapiedi: in alcune zone di Legnano siamo oltre il livello di guardia e c'è bisogno di agire in tempi rapidi».
Insomma, la fase di “studio” e di presa di coscienza delle diverse situazioni dovrà essere oculata ma anche, se non soprattutto, svelta. Il sindaco Radice ne è consapevole («nel 2021 dobbiamo preparare una fase nuova, di rilancio e di riavvio della città») e prende spunto dalle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per indicare la strada che percorreranno lui e la sua giunta in questi dodici mesi. «Dovremo vivere un anno da costruttori, come persone che vogliono impegnarsi per creare qualcosa di più e di meglio. Questa è l'intenzione con la quale stiamo lavorando e lavoreremo per tutto il corso dell'anno».
«Abbiamo messo intorno ad un tavolo le associazioni culturali - riprende Lorenzo Radice - con la volontà di farle collaborare e di creare una rete. Non vogliamo perdere un altro anno culturale, c'è la volontà di imboccare percorsi nuovi e soprattutto duraturi nel tempo e nello spazio. Ogni attività culturale come il Palio e gli altri eventi piccoli e grandi che interessano la città sono tesori per noi. Così come le realtà sportive e sociali hanno bisogno di essere ascoltate e di sentirsi coinvolte per continuare a svolgere il loro fondamentale ruolo di supporto alla comunità».
Infine, la “partita” Accam che si sta giocando proprio in queste settimane.
«La nostra posizione è chiara e non è certo una novità. Crediamo che la proposta originaria di gestione di Accam sia da cambiare: il funzionamento del termovalorizzatore ha senso solo se si amplia il bacino di utenza, entrando nell'ottica di un progetto di “economia circolare” nel ciclo di gestione dei rifiuti».
Una partita “incagliata” che si deciderà a breve. E che per quanto riguarda la posizione del Comune di Legnano porta con sé la solita, magica, parolina: rigenerazione.