Un anno fa segnalavamo una situazione che ha dell'incredibile. Una persona disabile che non può uscire di casa e recarsi all'Anagrafe per fare la carta d'identità, deve pagare una quota ulteriore di 15 euro per svolgere la pratica a domicilio. Un «rimborso spese forfettario» che era stato previsto dal Comune di Busto anni fa (LEGGI QUI).
Si è rivelato tutt'altro che semplice levare questo aggravio. Adesso però si è arrivati al lieto fine: l'assessore Mario Cislaghi, oggi nella conferenza stampa di bilancio sul personale comunale e sui concorsi, ha spiegato che per settembre sarà finalmente possibile cancellare questa spesa ingiusta per le persone che sono costrette a ricorrere al funzionario a domicilio, non certo per scelta loro.
Bisogna infatti passare dal Dup, il documento unico di programmazione. «Il dirigente ci ha preparato la determina» ha detto Cislaghi, in modo che a settembre non ci sarà più alcun aggravio ai danni delle persone allettate o comunque impossibilitate a uscire di casa, che hanno bisogno di rinnovare la carta di identità.
Ecco la sua formale promessa: «È un errore che sarà corretto a settembre».
Oggi entrano tra i 70 e gli 80mila euro per le carte d'identità.
Su quattro persone che devono ricorrere al servizio a domicilio, tre sono disabili.
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