Messa solenne e partecipatissima, questa sera nella basilica di San Giovanni, nella giornata che nelle diocesi segna la fine del Giubileo (per la Chiesa universale la chiusura sarà il 6 gennaio). Un anno vissuto dai fedeli nel segno della speranza a dispetto delle crisi, delle guerre, delle sofferenze che hanno segnato il mondo e l’infanzia anche negli ultimi 12 mesi (il 28 dicembre la Chiesa celebra i Santi Innocenti Martiri, a partire dalla strage ordinata da Erode e narrata da Matteo), un anno e un Giubileo iniziati con Papa Francesco, sul punto di chiudersi con Papa Leone XIV.
«Possa questa esperienza – ha auspicato monsignor Severino Pagani – lasciare una traccia profonda. Siamo qui per ringraziare il Signore e celebrare la gioia di vivere in comunione». Cuori, famiglie, città, mondo: lo sguardo dei cristiani, ha ricordato il prevosto, riconosce il dolore in ogni contesto, dal più intimo al più vasto, ma deve anche cogliere la santità, manifesta e nascosta. Richiamando l'aspirazione giubilare, essere pellegrini di speranza: «Il cristiano lo è sempre».
Poi la riflessione imperniata su tre parole. Penitenza: attraverso il farsi piccoli di fronte al Signore inizia un percorso di conversione. Misericordia, con riferimento alla tenerezza che Dio prova verso il suo popolo, chiamato alla gratitudine. E, di nuovo, speranza: «Non semplice auspicio sul futuro, la speranza è lo Spirito diffuso di Cristo (dell’amore di Dio versato nei cuori aveva parlato monsignor Pagani esattamente un anno fa, all’apertura del Giubileo, Ndr)».
Ancora, don Severino ha richiamato la necessità della fiducia: «In noi stessi, nelle relazioni, nelle istituzioni (presenti il vicesindaco, Luca Folegani, gli assessori Manuela Maffioli e Alessandro Albani, il consigliere comunale Orazio Tallarida, Ndr). Le istituzioni, pur perfettibili, sono impegno per il bene comune».
Al termine della celebrazione, alla quale hanno partecipato le corali cittadine, è arrivato il saluto di monsignor Claudio Livetti, tra i concelebranti, 22 anni alla guida della comunità cristiana di Busto. «Dopo l’intensità del Giubileo – ha scandito – si torna alla quotidianità. Sia pace agli uomini amati dal Signore. Sentiamo di essere amati dal Signore».




















