Sotto un cielo carico di pioggia, quando il freddo della Vigilia sembra voler scoraggiare ogni passo, Busto Arsizio ha invece risposto con calore, presenza e partecipazione. Nel parco di Villa Ottolini-Tosi, illuminato dalle luci e avvolto dalle note della musica e dei canti alpini, la tradizionale messa della Vigilia organizzata dall’Associazione Nazionale Alpini ha dimostrato ancora una volta di essere molto più di un appuntamento religioso: è un rito collettivo, un gesto di appartenenza, un momento in cui la comunità si riconosce e si stringe attorno ai valori della memoria, della fede e della solidarietà. Nonostante la pioggia battente, la partecipazione è stata numerosa e sentita, segno evidente di una tradizione che resiste al tempo e alle intemperie, capace di parlare al cuore delle persone con la forza semplice dell’incontro e della condivisione.
Un luogo simbolo che racconta la storia degli alpini
Il parco di Villa Ottolini-Tosi non è stato scelto a caso. È qui che da ventisei anni si rinnova una tradizione che affonda le radici in oltre quattro decenni di storia alpina cittadina. Come ha ricordato il capogruppo Mauro Airaghi, la messa della Vigilia nacque inizialmente nel parco di via Mameli e, nel tempo, ha trovato in questo spazio verde la sua collocazione naturale, diventando un punto di riferimento fisso per alpini, famiglie e cittadini. Un luogo che, sera dopo sera, ha saputo trasformarsi in un altare a cielo aperto, capace di accogliere raccoglimento e partecipazione popolare.
La forza della musica e dei canti alpini
A rendere ancora più intensa l’atmosfera della celebrazione è stato il contributo musicale del Corpo musicale La Baldoria, insieme alle voci del Coro Ana Monterosa diretto dall’alpino Alberto Riva. Le note, diffuse tra gli alberi del parco e mescolate al rumore della pioggia, hanno creato un contrasto suggestivo, capace di amplificare le emozioni. L’esibizione della Baldoria, intensa e curata, ha rappresentato uno dei momenti più toccanti della serata, confermando il ruolo centrale della musica come linguaggio universale di unione e memoria.
Una comunità che non si ferma davanti al maltempo
La pioggia, caduta incessante per tutta la durata della messa, non ha scoraggiato la partecipazione. Al contrario, ha reso ancora più evidente il legame profondo tra la città e questo appuntamento natalizio. Ombrelli aperti, cappotti stretti e sguardi attenti hanno raccontato meglio di ogni parola quanto la messa della Vigilia degli alpini sia percepita come un momento irrinunciabile. Al termine della celebrazione, il vin brulé e il tè caldo offerti dagli alpini hanno trasformato il freddo in un’occasione di convivialità, favorendo incontri, saluti e scambi di auguri sinceri.
La presenza delle istituzioni
Accanto ai cittadini e agli alpini, non è mancata la presenza delle istituzioni, a sottolineare il valore civile e sociale dell’iniziativa. Il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli, il vicesindaco Luca Folegani, gli assessori Alessandro Albani e Paola Reguzzoni, insieme al colonnello Andrea Poletto, hanno condiviso un momento di forte significato simbolico, testimoniando il rapporto di stima e collaborazione che lega il mondo alpino alle istituzioni locali.
L’omelia: un messaggio che parla al presente
A guidare la celebrazione è stato monsignor Severino Pagani, che nella sua omelia ha invitato i presenti a vivere la Vigilia come un ritorno alle radici più autentiche. Le sue parole hanno toccato temi profondi e attuali, richiamando la necessità di cercare il Signore, di invocare e costruire la pace in un mondo segnato da conflitti e sofferenze, e di riscoprire una fiducia nuova nelle relazioni tra uomini e donne. Un appello forte, che ha invitato a partire dalle piccole cose, dalle relazioni quotidiane, da quella pace interiore capace di generare speranza e solidarietà.
Lo sguardo già rivolto al futuro
La serata non è stata soltanto memoria e tradizione, ma anche sguardo proiettato in avanti. Mauro Airaghi ha infatti anticipato le iniziative che caratterizzeranno il 2026, un anno importante per il mondo alpino bustocco. Tra gli appuntamenti in programma spiccano le celebrazioni per il 140° anniversario della Baldoria, la partecipazione all’Adunata nazionale di Genova nel mese di maggio e la Festa degli Alpini prevista a giugno al Museo del Tessile. Eventi che confermano la vitalità del gruppo e la volontà di continuare a essere presenza attiva nella vita cittadina.
Un Natale che parla di identità e condivisione
La messa della Vigilia degli alpini si è così confermata come un rito capace di andare oltre la dimensione religiosa, diventando espressione concreta di identità, memoria e comunità. Tra pioggia, musica e parole cariche di significato, Busto Arsizio ha ritrovato ancora una volta il senso profondo del Natale: stare insieme, riconoscersi e guardare al futuro con fiducia, senza dimenticare le proprie radici.(VIDEO)























