Il Consiglio comunale di ieri sera a Gallarate ha scelto una posizione netta, senza ambiguità: la brutale aggressione avvenuta in via Pegoraro lo scorso 21 novembre rappresenta una ferita profonda per la città, e richiede una risposta istituzionale unitaria. Sin dall’apertura dei lavori, la giunta guidata dal sindaco Andrea Cassani ha definito il perimetro politico e morale della discussione, orientando l’aula verso una condanna unanime dei fatti e un segnale forte di vicinanza alla vittima.
Tra gli interventi più significativi figura quello dell’assessore alla Sicurezza e alla Polizia Locale, Germano Dall’Igna, che ha richiamato la responsabilità collettiva di fronte alla violenza contro le donne, citando le parole della madre – «Le donne non si toccano, neanche con un fiore» – come fondamento etico e culturale. Dall’Igna ha ricordato lo sportello antiviolenza attivo presso il Comando della Polizia Locale, realizzato con Eva Onlus e strutturato con percorsi riservati, come esempio concreto di una sicurezza che «non è solo controllo, ma tutela della dignità e della persona».
Su questa linea si è collocato anche l’intervento dell’assessore Rocco Longobardi, che ha inserito la riflessione nel quadro del 25 novembre, la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. «Questa ricorrenza cade in un momento particolarmente doloroso per la nostra città», ha affermato, esprimendo «vicinanza, rispetto e solidarietà» alla donna coinvolta. Longobardi ha invitato la politica locale a evitare contrapposizioni, ribadendo che «non servono polemiche che dividono. Serve unità». La città, ha sottolineato, è capace di reagire e di stringersi attorno a chi soffre.
In un contesto già emotivamente carico, ha trovato spazio anche la voce dell’opposizione. Il capogruppo del Partito Democratico, Giovanni Pignataro, ha espresso «turbamento» e «solidarietà» alla vittima, prendendo chiaramente le distanze dal comunicato diffuso nei giorni precedenti dalla sezione cittadina del PD: un testo giudicato divisivo da larga parte dell’aula e causa di imbarazzo nello stesso fronte democratico. Le parole pronunciate in Consiglio hanno rappresentato un evidente tentativo di ricucire il rapporto istituzionale, rilanciando la disponibilità a lavorare insieme sulle politiche di tutela delle donne.
La discussione sul bilancio, toccando inevitabilmente il tema della sicurezza urbana, ha offerto spazio all’intervento della consigliera Sonia Serati, che ha denunciato «una grave assenza» nel documento programmatico: la mancanza di un vero Piano comunale contro la violenza sulle donne. Serati ha ricordato che «nel documento troviamo un solo riferimento: il patrocinio a un’iniziativa culturale. È troppo poco». Ha quindi proposto un percorso strutturato che preveda corsi specifici per operatori, mappature e interventi urbani in ottica di genere, campagne permanenti di sensibilizzazione e canali riservati di segnalazione. Una città moderna e sicura – ha sostenuto – deve passare anche da scelte progettuali «Una città ben progettata è una città più sicura», ha affermato, collegando sicurezza e coesione sociale.
A riportare il tema sui dati e non sulle percezioni è stato infine Massimo Gnocchi, che ha ricordato come la violenza di genere, secondo le statistiche nazionali sottolineando che non si tratta di fenomeni attribuibili in modo prevalente a immigrati.
La seduta si è chiusa confermando un quadro politico netto: tutta l’assemblea ha scelto di ribadire che Gallarate non intende girarsi dall’altra parte. Una città ferita, ma non piegata.














