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Territorio | 25 novembre 2025, 15:53

L’Istituto “Carminati” celebra la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne con una mostra realizzata dagli studenti di terza

A Lonate Pozzolo un percorso intenso ed emotivo, capace di trasformare la scuola in un luogo di dialogo, consapevolezza e responsabilità

L’Istituto “Carminati” celebra la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne con una mostra realizzata dagli studenti di terza

In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’Istituto “Carminati” di Lonate Pozzolo ha inaugurato, il 25 novembre, una mostra artistico-letteraria realizzata dagli studenti delle classi terze nell’ambito di un laboratorio pomeridiano condotto dalle docenti Melissa Derisi e Domenica Musumeci, grazie a un progetto finanziato con fondi ministeriali.

L’esposizione raccoglie disegni, riflessioni e testimonianze artistiche che i ragazzi hanno elaborato nel corso delle attività, dando vita a un percorso intenso ed emotivo, capace di trasformare la scuola in un luogo di dialogo, consapevolezza e responsabilità.

Ad aprire l’inaugurazione è stato l’intervento della vicepreside, Prof.ssa Maria Monterosso, che ha ricordato il valore sociale ed educativo dell’iniziativa: «Ringrazio tutte le persone presenti, in particolare le prof.sse Musumeci e Derisi che hanno organizzato un progetto laboratoriale pomeridiano, finanziato con fondi ministeriali incentrato su questa giornata. Parlare del rispetto della donna può sembrare cosa arcaica, eppure, mai come adesso risulta vitale».

La vicepreside ha sottolineato la drammatica attualità del tema: «La donna viene talmente bistrattata da essere stato necessario creare il termine “femminicidio”. La scuola è uno degli ambienti nei quali si educa al rispetto e rispettare le persone è la base della civiltà. Senza rispetto non si può progredire».

E ha concluso con un messaggio rivolto ai ragazzi: «Questa non è l’umanità che vogliamo ed è per questo che lavoriamo con voi ragazzi per far sì che la vostra generazione sia migliore di quella nella quale viviamo. Ho fiducia nella vostra capacità di rispetto».

A portare la voce degli studenti è stato Ludovico Rota, sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi, che ha ricordato: «Oggi non è una giornata qualunque. È una giornata che ci chiede di fermarci, di guardare dentro di noi e di pensare… La violenza può iniziare anche da gesti piccoli, da parole che umiliano, da mancanze di rispetto. Ecco perché è importante cominciare da noi, da qui, dalla scuola».

Il giovane sindaco ha definito la mostra «un grido, un abbraccio, un messaggio di speranza», invitando tutti a scegliere lagentilezza e l’impegno quotidiano: «Insieme possiamo costruire un domani diverso — un domani in cui nessuna donna debba più avere paura».

Nel corso della presentazione, la Prof.ssa Domenica Musumeci, docente di Arte, ha illustrato il percorso creativo che ha condotto alla realizzazione dei ritratti a carboncino: un lavoro che ha permesso ai ragazzi di “toccare” il tema con le proprie mani. Ha evidenziato come la sperimentazione artistica li abbia aiutati a interiorizzare il tema, trasformando la tecnica in empatia, il disegno in ascolto, il ritratto in consapevolezza.

A seguire, è intervenuta la Prof.ssa Melissa Derisi, referente della rete antiviolenza “Questo non è amore”, che ha sottolineato il significato profondo dell’iniziativa: «Oggi siamo qui per inaugurare una mostra che non è solo un insieme di lavori, ma un messaggio forte e necessario: “Non un nome in più”. Questi ragazzi di terza media – con la loro sensibilità, la loro creatività e il loro sguardo pulito sul mondo – ci ricordano qualcosa che gli adulti, a volte, dimenticano: che la violenza non è un destino, non è normale, non è amore.»

La docente ha espresso l’orgoglio per l’impegno dei giovani partecipanti: «Sono profondamente orgogliosa di vedere giovani così attenti e così coraggiosi nel dare voce a un tema che spesso fa paura, che viene nascosto o taciuto. Loro, invece, lo hanno guardato in faccia e trasformato in parole, immagini e riflessioni.» Ha poi chiarito il senso della mostra: «Questa mostra non vuole aggiungere dolore, ma togliere silenzio. Non vuole contare vittime, ma generare consapevolezza. Non chiede rabbia, ma responsabilità.»

E ha ribadito il significato del titolo: «Non un nome in più. Non una vita spezzata, non una storia cancellata, non una donna lasciata sola.» Infine, ha ricordato che il cambiamento è un’opera collettiva: «Per arrivarci, abbiamo bisogno di tutti: della scuola, delle famiglie, delle istituzioni, della comunità. Ma soprattutto abbiamo bisogno di loro, dei ragazzi, perché sono il futuro — e già oggi dimostrano di saper essere protagonisti di un cambiamento culturale fatto di rispetto, ascolto, empatia.»

Il suo intervento si è concluso con un ringraziamento e un invito: «A loro va il nostro grazie. Perché attraverso questa mostra ci insegnano che la violenza si può prevenire, che le relazioni possono essere sane e gentili, e che ciascuno di noi ha il potere di dire: basta. Che questo sia un punto di partenza.

Perché davvero, insieme, possiamo fare in modo che non ci sia un nome in più.» La mostra resterà visitabile all’Istituto “Carminati” fino al 28 novembre dalle ore 9 alle 13.00, con l’obiettivo di continuare a stimolare riflessione, dialogo e partecipazione.

Perché il rispetto si impara, si coltiva e si costruisce insieme.

Comunicato Stampa

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