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Sociale | 21 novembre 2025, 08:10

“Indovina chi viene a cena”: al Manzoni una lezione di vita che travolge il pubblico

A Busto Cesare Bocci e Vittoria Belvedere guidano uno spettacolo che diverte ma soprattutto fa riflettere su pregiudizi e differenze culturali. Applausi incessanti per un finale dal forte valore morale: una vera lezione di vita contro il razzismo

Ci sono spettacoli che divertono, altri che commuovono. E poi ci sono quelli che mettono in discussione le nostre certezze. Giovedì 20 novembre, al Teatro Manzoni di Busto Arsizio, “Indovina chi viene a cena” ha fatto esattamente questo: ha acceso i riflettori non solo sul palco, ma anche dentro la coscienza degli spettatori. Sala quasi piena, risate e applausi a scena aperta, ma soprattutto un messaggio morale che rimane addosso.

A guidare questa versione brillante e sorprendentemente attuale della celebre commedia sul matrimonio misto sono due protagonisti d’eccezione: Cesare Bocci e Vittoria Belvedere, diretti con intelligenza e ritmo da Guglielmo Ferro. La regia valorizza ogni sfumatura del confronto tra differenze culturali e generazionali, rendendo lo spettacolo incredibilmente contemporaneo.

La scenografia, curata con minuzia, immerge il pubblico in un elegante interno borghese: salotto su due piani, divano verde, poltrone rosse, infissi bianchi, piante e un tavolino che diventa quasi testimone dei conflitti familiari.

Gli applausi scattano già dalla prima scena, quando la giovane protagonista annuncia il suo desiderio di sposare — nel giro di una settimana — un uomo di colore, vedovo e residente a Los Angeles. È l’inizio di un turbine di emozioni e riflessioni.

Bocci e Belvedere sono impeccabili: lui, padre combattuto tra razionalità e pregiudizi; lei, madre che ascolta prima il cuore. Attorno, personaggi che funzionano alla perfezione: la donna di servizio, irresistibile nella sua comicità spontanea; padre Ryan, compagno di golf del papà, che porta sul palco il buon senso disarmante di chi sa far ragionare.

Il pubblico segue partecipe, ride, si emoziona, applaude alle riflessioni delle due donne e si schiera idealmente accanto a chi difende l’amore al di sopra delle convenzioni.

Il discorso finale del padre è il vero cuore dello spettacolo: profondo, limpido, una presa di posizione contro i pregiudizi e il razzismo che diventa quasi una dichiarazione d’intenti. Una bella lezione di vita, accolta dal pubblico con un applauso che sembra non voler finire. 

“Indovina chi viene a cena” non è solo una commedia divertente. È un invito a guardare oltre le differenze, a misurare le nostre paure e ad aprire la porta — e la mente — al dialogo. E al Teatro Manzoni, per una sera, quella porta è stata spalancata.

Laura Vignati

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