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Economia | 06 novembre 2025, 07:00

Con le avvolgitrici giuste, proteggi la merce e aumenti i profitti

La logistica moderna non perdona: tempi stretti, margini sottili, clienti che si aspettano zero danni. In questo scenario, le avvolgitrici non sono un dettaglio tecnico ma un vero fattore di profitto.

Con le avvolgitrici giuste, proteggi la merce e aumenti i profitti

L’introduzione di macchine capaci di calibrare prestiro, tensione e forza di contenimento trasforma la fase finale del packaging in un assicuratore silenzioso contro reclami e resi. Ecco perché le avvolgitrici riducono le perdite economiche: stabilizzano il carico, proteggono il contenuto e riducono errori umani, con effetti tangibili su costi di trasporto e magazzino.

In questo articolo andremo a vedere come la stabilità del carico incide sui conti, quali funzioni intelligenti aumentano l’efficienza, quali riferimenti operativi guidano la conformità e quali scelte di macchina e materiale portano risultati misurabili. L’obiettivo è mostrare come un investimento operativo possa diventare strategico, traducendosi in meno danni e più margini.

Avvolgitrici e stabilità del carico: dal rischio al vantaggio

Il viaggio di un pallet è una sequenza di accelerazioni, frenate e vibrazioni. Senza un corretto avvolgimento con film estensibile, i colli si muovono, si deformano e il rischio di danneggiamento esplode.

 Le avvolgitrici moderne lavorano sulla stabilità dell’unità di carico, regolando il rapporto tra tensione del film e numero di giri, così da generare la forza di contenimento necessaria a “tenere” la merce in ogni tratto del percorso.

 Il risultato è un carico coeso, con angoli protetti e una migliore integrità dei colli anche su rotte lunghe o con handling ripetuti. A beneficiarne non è solo la sicurezza, ma l’intera catena dei costi: si abbassano i reclami, si riducono le rilavorazioni e si accelera il flusso in banchina.

Tecnologia e dati: misurare per ridurre gli sprechi

La logica è semplice: ciò che si misura si può ottimizzare. Le avvolgitrici di ultima generazione integrano ricette per tipologie di pallet, sensori per il controllo del tiro e interfacce HMI che guidano l’operatore.

Impostando parametri ripetibili, la macchina dosa il prestiro per ottenere il minimo consumo di film a parità di protezione.

 Questo significa meno plastica per pallet, meno costi ricorrenti e una sostenibilità concreta, perché si taglia materiale alla fonte senza sacrificare la sicurezza. I dati su danni, consumi e fermi linea diventano così una leva evidence-based per migliorare ROI e standard interni, spostando la discussione dal “quanto costa il film” al “quanto vale la stabilità”.

Avvolgitrici e conformità: standard che diventano ROI

Oggi la stabilità del carico è anche compliance. Linee guida e buone pratiche definiscono criteri oggettivi per verificare se un’unità è sicura da spedire e per responsabilizzare chi imballa e spedisce.

 Il riferimento a metodi dinamici di prova, alla forza di contenimento e a procedure di ancoraggio rende tracciabile ciò che prima era empirico, riducendo contenziosi e fermi in caso di ispezioni.

 In questo quadro, impostare le avvolgitrici per raggiungere valori coerenti con il rischio reale del carico non è un dettaglio da addetti ai lavori, ma un tassello di gestione del rischio: meno sinistri, meno sorprese in viaggio, più continuità operativa per tutta la filiera.

Scelte operative: dalla pedana al film

Ogni contesto richiede la sua avvolgitrice. Dove i volumi sono variabili e gli spazi stretti, una semiautomatica a braccio rotante offre flessibilità senza compromettere la qualità dell’avvolgimento.

 In linee ad alto throughput, una automatica in linea con teste di prestiro motorizzate garantisce ripetibilità e controllo fine della tensione su pallet omogenei o instabili. La differenza, spesso, la fa la ricetta: profili che modulano prestiro e forza in zone diverse del pallet, rinforzando basi e spigoli senza sprecare film in fasce non critiche.

Il film giusto – spessore, modulo elastico, capacità di prestiro – completa il quadro, perché macchina e materiale devono lavorare in sinergia per centrare stabilità, costi e sostenibilità.

Effetto sul business: meno danni, più margini

Quando i pallet arrivano integri, si libera valore. L’assenza di resi e lavorazioni migliora il margine netto, i team di customer service, che ritroviamo anche in altri settori lavorano su eccezioni reali e non su problemi ricorrenti, l’immagine del brand beneficia di consegne puntuali e pulite.

In molte realtà, l’introduzione di avvolgitrici con controllo della forza di contenimento ha ridotto danneggiamenti e film utilizzato, traducendo la riduzione di sprechi in cash flow. È una leva industriale che tocca il conto economico ma anche gli obiettivi ESG: meno materiale a parità di sicurezza significa un’impronta più leggera e un processo più trasparente.

Investire nella macchina giusta non è un costo: è protezione della merce che diventa protezione del margine.

Il punto d’arrivo è chiaro: standardizzare l’avvolgimento, misurare i risultati, adattare i parametri. Scegliere avvolgitrici coerenti con i volumi reali e con le caratteristiche dei carichi, lavorando su ricette precise e verificabili.

 Collaborare con partner capaci di leggere i dati e di migliorare nel tempo qualità e consumi, collegando KPI operativi e obiettivi finanziari. Integrare le scelte di packaging con una visione economica e ambientale, così che ogni pallet racconti efficienza e responsabilità.

 È qui che la tecnologia incontra il conto economico: quando la stabilità diventa prassi, la redditività segue.












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