Il 4 novembre, giorno dedicato a San Carlo Borromeo, è quest’anno occasione non solo di devozione, ma anche di riflessione civica. A sollecitare l’attenzione della comunità e delle istituzioni è l’architetto Carlo Valentini, che ha indirizzato alla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Culturali una lettera per richiamare l’urgenza di un intervento di restauro sull’Edicola di San Carlo Borromeo, in via Matteotti, vicino alla chiesa di San Michele.
Un patrimonio in pericolo
L’edicola, piccolo gioiello del centro storico, versa oggi in condizioni di degrado preoccupante. «L’altorilievo – scrive l’architetto Valentini - che ne costituisce il cuore iconografico, raffigurante il Santo con putti e simboli religiosi, risale al 1892 e fu realizzato in gesso, materiale notoriamente fragile e inadatto all’esposizione esterna. Pur trovandosi in posizione riparata, l’opera ha subito negli anni l’azione di agenti atmosferici, inquinamento e traffico cittadino».
Le superfici appaiono oggi corrose e screpolate, con evidenti segni di erosione, soprattutto nella parte inferiore. Il colore originario è stato sostituito da una patina grigiastra che ne impoverisce la leggibilità e l’impatto visivo. L’intervento di restauro del 2011, pur animato dalle migliori intenzioni, si è rivelato inefficace: a meno di quindici anni di distanza, il degrado è riemerso con forza, testimoniando la necessità di un approccio più approfondito e duraturo.
«A peggiorare la situazione contribuiscono probabili infiltrazioni di umidità ascendente provenienti dalla muratura dell’edificio a cui il rilievo è ancorato -prosegue - Da qui nasce la proposta di creare un’intercapedine aerata tra il manufatto e la parete di fondo, in modo da isolare il bassorilievo e rallentarne l’azione corrosiva. Tale intervento, eseguibile con tecniche poco invasive, potrebbe rappresentare una soluzione efficace per preservare ciò che resta dell’opera originale».
La proposta di restauro
La lettera dell’architetto Valentini invita la Soprintendenza a intervenire con urgenza per tutelare la sola parte scultorea dell’edicola. Il progetto non mira soltanto alla conservazione materiale, ma anche a restituire dignità e valore simbolico a un elemento urbano che da secoli accompagna la vita spirituale della città.
«Le ipotesi operative comprendono sia un restauro conservativo dell’altorilievo, con consolidamento delle superfici e protezione dai fattori esterni, sia — qualora le condizioni lo richiedessero — una sostituzione rispettosa dell’immagine originaria, capace di restituire al monumento la sua funzione devozionale e la sua bellezza architettonica. L’obiettivo è preservare la memoria di un luogo che appartiene alla collettività, senza tradirne lo spirito né la storia», conclude.
L’Edicola e la sua storia
Per comprendere appieno il valore di questo intervento, è necessario ricordare l’importanza storica e simbolica dell’edicola. La sua costruzione risale alla metà del XVII secolo, pochi decenni dopo la canonizzazione di San Carlo Borromeo, avvenuta nel 1610. Essa nacque come segno di riconoscenza della popolazione bustese verso il Santo, che durante la peste aveva offerto non solo conforto spirituale, ma anche aiuto materiale alle comunità del territorio.
San Carlo ebbe inoltre un ruolo determinante nello sviluppo religioso e civile di Busto Arsizio, trasferendovi la sede della prestigiosa Pieve del Seprio da Olgiate Olona. L’edicola, dunque, è testimonianza viva di un legame profondo tra la città e il suo patrono, di un’affezione popolare che attraversa i secoli.
Dal punto di vista architettonico, il tempietto presenta una pianta quadrata, quattro eleganti colonnine in granito e una volta a crociera sormontata da un piccolo tetto piramidale. La parete di fondo ospitava in origine un affresco, poi sostituito, nel corso del tempo, dall’attuale rilievo scultoreo. La sua collocazione in via Matteotti, un tempo contrada principale del borgo, corrispondeva a uno slargo viario in direzione est-ovest, punto di passaggio verso la Porta Pessina e luogo di soste processionali.
Una responsabilità condivisa
Oggi, nel giorno in cui Busto Arsizio rinnova la devozione al suo patrono, il messaggio dell’architetto Valentini si trasforma in un appello collettivo. La parrocchia proprietaria e diverse associazioni culturali e civiche stanno unendo le forze per ridare vita a questo simbolo di fede e di memoria.
Salvaguardare l’Edicola di San Carlo Borromeo significa proteggere un frammento prezioso della storia cittadina.
















