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Busto Arsizio | 21 ottobre 2025, 15:35

Ennesimo incidente in viale Lombardia. «Non aspettiamo il morto per intervenire»

La denuncia dell'avvocato Manuela Brazzelli Lualdi dopo l'incidente di ieri: «Le soluzioni ci sono, dall'obbligo di svolta al senso unico, passando per gli specchi. L'amministrazione è stata avvisata più volte, ma senza alcun risultato»

L'incidente di ieri in viale Lombardia, a Busto Arsizio

L'incidente di ieri in viale Lombardia, a Busto Arsizio

Lamiera contro lamiera, l'ennesimo botto. Fortunatamente, anche questa volta, senza feriti gravi. Ma la pazienza dei residenti di viale Lombardia è finita da tempo. L'incidente avvenuto ieri mattina (LEGGI QUI), che ha coinvolto due autovetture, ha riacceso i riflettori su una pericolosità denunciata da anni, rimasta inascoltata. A farsi portavoce della frustrazione è l'avvocato Manuela Brazzelli Lualdi, che vive e lavora nella zona e da anni segnala il problema all'amministrazione comunale.

«Viale Lombardia è teatro di numerosi incidenti», esordisce l'avvocato, «di norma 2 o 3 a distanza ravvicinata, nel giro di poche settimane. Le cause sono sempre le stesse, tra l'altro già comunicate più volte al Comune e ai vigili, senza ovviamente alcun risultato».

Il cuore del problema, secondo la testimonianza, risiede nella scarsa visibilità per chi si immette sul viale dalle vie laterali. «Chi esce da una laterale e deve attraversare il viale per andare dall'altra parte - spiega Brazzelli Lualdi - deve necessariamente uscire oltre lo stop perché la visuale è limitata dalle auto parcheggiate. Chi percorre il viale, a meno che non viaggi al centro della carreggiata, si trova di fronte a un ostacolo imprevisto ed ecco lo scontro».

Un copione che si ripete, con rischi che vanno ben oltre i danni alle carrozzerie. L'incrocio con via Battisti è uno dei punti più critici. «È capitato, proprio dove oggi (ieri, ndr) è successo l'incidente, che le auto finissero contro la porta di ingresso di un'abitazione dove si trova anche un centro di fisioterapia - ricorda l'avvocato - Se in quel momento qualcuno fosse uscito dalla porta dell'abitazione o del centro sarebbe rimasto schiacciato. Per non parlare delle conseguenze pesanti se lo scontro riguarda un motociclo. Se non ricordo male, un mortale c'è già stato proprio in questo punto».

Le soluzioni proposte e ignorate

Le denunce, però, non sono mai state fini a se stesse. Già nel 2021, l'avvocato Brazzelli Lualdi aveva inviato una mail dettagliata al sindaco, agli uffici di Palazzo Gilardoni e alla polizia locale, proponendo soluzioni concrete. Una comunicazione che oggi suona come una profezia. «La viabilità va rivista e migliorata», ammoniva la missiva elettronica, dove si elencavano problemi come l'alta velocità e la scarsa visibilità, suggerendo l'installazione di dissuasori, autovelox, specchi o persino la trasformazione del viale in senso unico.

Oggi, le soluzioni proposte restano valide e urgenti. La più semplice? «Chi esce dalla laterale deve obbligatoriamente svoltare nel senso di marcia. Il viale non deve essere più attraversato. Chi abita in zona lo sa bene e non lo fa mai. Fortunatamente ci sono un sacco di vie che consentono agevolmente di intraprendere la direzione voluta senza correre questo rischio». Una soluzione più drastica sarebbe rendere viale Lombardia a senso unico in direzione viale Cadorna, simile a quanto già avviene per la vicina via XX Settembre che va verso Castellanza, mantenendo i parcheggi, fondamentali per residenti e attività commerciali.

A peggiorare il quadro contribuiscono altri fattori: «L'illuminazione non è consona», aggiunge, «i rami degli alberi, non potati, ostruiscono i lampioni che sono già scarsi di numero. A breve, le foglie che cadono a terra faranno da base per una perfetta scivolata».

La frustrazione è palpabile e la determinazione è forte. L'avvocato sta raccogliendo tutta la corrispondenza inviata in questi anni per dimostrare le mancate risposte. La sua conclusione è un monito all'amministrazione: «Dovesse succedere qualcosa di grave a una persona della mia famiglia, chiamerei in causa il Comune perché è ravvisabile una sua responsabilità. Non bisogna aspettare il morto per intervenire».

Giovanni Ferrario

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