Un tuffo nella Milano più autentica, quella delle botteghe, delle tele ancora fresche di colore e delle chiacchierate fino a notte fonda. Nasce così “ConceptArtBrera anni ’70”, l’ultima sfida firmata dall’artista dei vip Alfonso Restivo, il bustese conosciuto per i suoi ritratti a personaggi del mondo dello spettacolo ma anche per la sua capacità di reinventare il rapporto tra arte e pubblico.
L’idea parte da un concetto semplice ma rivoluzionario: riportare l’arte al suo valore umano e conviviale, spogliandola dalle logiche del mercato e restituendole il fascino del contatto diretto, dell’incontro e del dialogo.
L’ispirazione: le voci malinconiche di Brera
Il progetto prende forma dopo una lunga serie di interviste che Restivo ha realizzato con gli anziani del quartiere di Brera, testimoni di un’epoca in cui ogni portone nascondeva una bottega, un cavalletto, un artista al lavoro.
Dalle loro parole è emersa una malinconia profonda per la scomparsa di quell’atmosfera: «Un tempo qui si respirava arte, oggi solo lusso e vetrine», racconta uno di loro. Da quella nostalgia è nata una missione: restituire al quartiere la sua anima creativa, senza cancellare il presente ma aggiungendo un tassello di memoria e autenticità.
Un progetto che unisce generazioni e culture
“ConceptArtBrera anni ’70” non è una semplice mostra, ma un laboratorio di esperienze dove gli artisti tornano a essere protagonisti attivi.
A oggi sono centinaia gli artisti italiani e stranieri che hanno aderito al progetto: pittori, scultori, fotografi e performer che trovano in Brera un punto d’incontro unico, attratti dal fascino vintage degli anni Settanta.
Le serate si trasformano in momenti di confronto e racconto, dove ogni artista presenta la propria opera, spiega le emozioni che l’hanno generata e ascolta le impressioni del pubblico.
«Prima di parlare di vendita si parla di emozioni. Non c’è ansia da incasso, ma la gioia di condividere», spiega Restivo, che vuole restituire all’arte la sua funzione sociale e culturale.
Una corte milanese che profuma di storia
Il cuore pulsante del progetto è una corte nel pieno centro di Brera, una di quelle con le classiche case a ringhiera, balconi in ferro battuto e piante rampicanti che raccontano storie di un’altra Milano.
Restivo l’ha trasformata in un piccolo salotto d’arte all’aperto, con panche di legno, musica da salotto, luci calde e un’atmosfera sospesa tra sogno e realtà.
Durante gli eventi, gli anziani del cortile si affacciano ai balconi per assistere, i passanti si fermano incuriositi e per qualche ora il tempo sembra fermarsi.
«Ho voluto creare un luogo dove si possa parlare di arte come una volta – racconta Restivo – tra chiacchiere, idee e risate, fino a tarda sera».
Dialogo, emozione, comunità: l’arte come ponte
In questo contesto l’artista non è più una figura distante, un numero, ma un narratore che apre il proprio mondo interiore a chi lo ascolta.
Ogni quadro diventa una storia, ogni scultura un pretesto per riflettere, ogni fotografia un ricordo condiviso.
Il pubblico non osserva soltanto, ma partecipa, domanda, interpreta, diventando parte viva dell’evento.
In un’epoca dominata dai social e dalla velocità, “Conceptartbrera anni ’70” è un atto di resistenza poetica, un modo per rallentare e tornare a guardarsi negli occhi, come accadeva nella Milano degli artisti di un tempo.