“Sulla prevenzione dei tumori, come sulla gestione dell’intero sistema sanitario, ci vorrebbero meno conferenze stampa e più fatti: nel solo 2023 ci sono stati 55mila nuovi casi di tumore al seno, specie nelle fasce più giovani. Eppure, il programma nazionale di screening oncologico è gratuito solo nelle fasce tra i 50 e i 69 anni e il governo rimbalza le responsabilità sulle regioni”. Lo ha detto Maria Chiara Gadda, vice-presidente del gruppo di Italia Viva alla Camera, nel corso del question time con il ministro della Salute Orazio Schillaci.
“Il programma di prevenzione mammografica deve essere invece potenziato e accessibile soprattutto alle fasce più giovani. Speriamo per questo che l’impegno assunto oggi dal ministro Schillaci si traduca in realtà e la gratuità dello screening venga allargata. Alla luce dei precedenti, è legittimo non fidarsi troppo. Nell’ultima manovra il governo non è riuscito a mantenere l’impegno nemmeno sull’emendamento da 6 milioni di euro di Italia Viva, che avrebbe incrementato la sperimentazione sugli screening gratuiti. Dopo le promesse molto simili a quelle odierne, fu infatti cancellato. Il governo non giochi sulla pelle di tante donne che potrebbero essere salvate con diagnosi tempestive. Schillaci non faccia come Meloni, in sanità il gioco delle tre carte non funziona”, ha concluso.