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Busto Arsizio | 19 settembre 2025, 16:00

A Busto il garante dei diritti dell’infanzia. Reguzzoni: «Diamo voce ai bambini»

Istituita la nuova figura. Ma prima del voto unanime del Consiglio comunale, l’esposizione della delibera è stata accompagnata da un’apparente scarsa attenzione, a differenza degli interventi su Kirk e su Gaza. Da ciò il richiamo dell’assessore: «Non è un tema da propaganda, ma forse il silenzio serve anche quando si parla dei nostri figli che stanno facendo fatica a crescere, anche se fino ai 18 anni non votano»

A Busto il garante dei diritti dell’infanzia. Reguzzoni: «Diamo voce ai bambini»

Busto Arsizio avrà un garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Giovedì sera il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità il regolamento che istituisce questa figura. «Vogliamo dare voce al bambino mettendo anche il nostro operato sotto i riflettori per correggere gli errori», ha detto l’assessore all’Inclusione sociale Paola Reguzzoni.
La quale, notando il chiacchiericcio dell’aula che ha accompagnato la presentazione della delibera, lo ha contrapposto all’attenzione (anche mediatica) che ha caratterizzato il minuto di silenzio e gli interventi sull’omicidio dell’attivista americano Kirk e su Gaza. «Forse il silenzio serve anche quando si parla dei nostri figli che stanno facendo fatica a crescere, anche se fino ai 18 anni non votano», il suo richiamo.

I compiti

Come si legge nel regolamento, il garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza verrà nominato dal sindaco, che lo individuerà «fra persone d’indiscusso prestigio e di notoria fama nel campo delle scienze giuridiche, psicologiche e/o sociali o pedagogiche, ovvero delle attività sociali, educative, psicosociali nei servizi pubblici o del privato sociale». Resterà in carica cinque anni.

Tra i suoi compiti, quello di vigilare «a livello cittadino sull’applicazione della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo» e di altre convenzioni e norme. Il garante «promuove azioni volte a incrementare la concreta conoscenza dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nella città di Busto»; «ascolta, anche direttamente, i bambini e gli adolescenti che chiedano di conoscerlo e di parlargli»; «segnala all’Autorità Giudiziaria le situazioni di presunta violazione dei diritti e qualsiasi forma di discriminazione».

Numeri “pesanti” 

Il suo ruolo sarà sicuramente «utile nell’ambito della prevenzione e della tutela minorile», ha detto l’assessore Reguzzoni, anche a fronte dei numeri pesanti, sotto tutti i punti di vista, che interessano questo ambito. Oltre seicento minori in carico alla tutela, cui si aggiungono quelli seguiti in forma preventiva o di reinserimento senza la tutela legale. E «nel bilancio comunale i minori soggetti a provvedimenti di tutela pesano oltre tre milioni di euro di spesa corrente», ha aggiunto.

«Il garante – ha spiegato – avrà l’obiettivo primario di assicurare che in ogni passaggio, in ogni progettualità, in ogni intervento oltre alla famiglia e alla parte di tutela legale ci sia sempre al centro l’interesse del minore e che questo non venga mai dimenticato nei meandri della burocrazia e delle decisioni para-giudiziarie».

Il richiamo dell’assessore

L’intervento dell’assessore è stato accompagnato da un brusio di sottofondo, indice quantomeno apparente di un interesse dell’aula inferiore rispetto all’attenzione (anche mediatica, va detto) che ha caratterizzato il minuto di silenzio e il dibattito sull’omicidio dell’attivista americano Kirk e su Gaza. «Mi rendo conto che non sia un tema di propaganda – ha osservato Reguzzoni –. Però forse chi non vive il territorio tra i corridoi della via Roma (sede dei Servizi sociali, ndr) non ha la sensazione di che cosa sia l’area minorile».

Ai consiglieri: «Sono d’accordo su quello che ho sentito dire sul minuto di silenzio, sulle guerre. Non voglio assolutamente fare nessun paragone, però se oltre a Gaza pensate ai 600 minori nelle vie della nostra città a cui è stata negata la potestà genitoriale e che sono in carico al nostro ente e quindi anche a voi, forse il silenzio serve anche quando si parla dei nostri figli, non solo di quelli oltreoceano. Non stanno morendo sotto le bombe, ma stanno facendo fatica a crescere, per un po’ di ignoranza o disinteresse, perché tanto finché non hanno 18 anni non votano».

I consiglieri: «Prevediamo un compenso»

Il “richiamo” dell’assessore è servito riportare il silenzio nella sala consiliare. E da tutti i partiti, senza distinzioni tra maggioranza e opposizione, sono arrivati elogi per l’iniziativa. Anzi, da più parti è stato suggerito di prospettare un riscontro economico – oggi non previsto – per chi andrà a ricoprire questo importante incarico.

«Mi scuso se prima ho fatto parlare pancia e cuore più che la freddezza del ruolo», ha chiosato Reguzzoni, evidenziando come alla base dell’istituzione di questa figura ci sia «la volontà di dare voce al bambino mettendo anche il nostro operato sotto i riflettori».
Il regolamento è stato infine approvato con favore unanime.

Riccardo Canetta

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