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Lettere | 02 agosto 2025, 12:38

2 Agosto 1980. Strage alla stazione di Bologna «Perché 45 anni dopo è ancora importante ricordare»

Il "Comitato Antifascista Busto Arsizio" ricorda l'attentato allo scalo ferroviario del capoluogo emiliano. «Una strage marcatamente fascista». Riceviamo e pubblichiamo

2 Agosto 1980. Strage alla stazione di Bologna «Perché 45 anni dopo è ancora importante ricordare»

Riceviamo e pubblichiamo

Sono passati 45 anni da quel tragico 2 agosto quando un ordigno, posto nella sala di aspetto dei passeggeri di seconda classe della stazione centrale di Bologna, esplose provocando 85 morti e più di 200 feriti. 
Oltre alla gravissima tragedia, la peggiore accaduta durante gli anni di piombo e della tensione, a caratterizzare il fatto furono da subito i depistaggi che si cercarono di mettere in atto, non appena venne ipotizzata la matrice fascista dell'attentato. 
Con l'intervento di alcuni giornalisti, chi legato alla CIA, chi  al SISMI , venne formulata l'ipotesi di una “pista mediorientale”; successivamente si arrivò persino a sostenere che a mettere la boma fosse stato un militante di sinistra morto durante l'attentato. 
Già negli anni '90 le sentenze definitive di condanna di Fioravanti e Mambro stabilirono però la netta responsabilità  materiale dei NAR ( Nuclei Armati Rivoluzionari) rispetto all'attentato, riconoscendo poi la presenza di altre formazioni di destra quali Terza Posizione e la disciolta Avanguardia Nazionale. 
Ciò che più colpisce ad oggi e che si dovette arrivare agli anni 2000 per poter individuare la vera matrice politica dell'attentato, ovvero si arrivò solo allora al riconoscimento del ruolo centrale della Loggia P2, che fu tanto responsabile in quanto mandante della strage, sia direttamente che attraverso i servizi segreti, quanto del finanziamento della stessa. 
La magistratura ha ormai riconosciuto ciò che è accaduto, smontando anche  l'ipotesi di una azione eversiva promossa da gruppi  fascisti, liberi e spontanei, insofferenti verso la politica del tempo, delineando un quadro ben più fosco. L'episodio di Bologna rientrerebbe appieno in quella strategia della tensione volta a seminare terrore nella società per legittimare una risposta autoritaria ed eversiva, che provocando uno stato di grandissimo disordine e confusione sociale, avrebbe postulato la necessità della sospensione della democrazia, instaurando un regime fortemente autoritario. Di fatto ciò avrebbe bloccato il conflitto sociale in atto in Italia negli anni del dopoguerra, arrestando brutalmente un epoca di conquiste sociali e diffusione dei diritti che ad una parte non secondaria della borghesia al potere in quegli anni non andava assolutamente bene. 
L'incapacità della classe dirigente al potere oggi, in particolare di Fratelli D'Italia, di riconoscere la responsabilità dei fascisti nelle stragi di quegli anni e la chiara mancanza di volontà che sempre essi hanno di rompere esplicitamente con le forze fasciste che più o meno direttamente operarono in que gli anni, oppure che semplicemente non prendono una chiara posizione  riconoscendo le responsabilità che una certa ideologia ed un certo pensiero ebbero, ci impone di non tacere su quanto accaduto ed invece darne diffusione con parole chiare ed a gran voce. 
Lo stretto rapporto tra le formazioni neofasciste, i servizi segreti e il potere economico non son cose da tacersi, perché ci dicono molto di un passato vicino, ma anche moltissimo del nostro presente, dove  diverse formazioni di destra, esplicitamente fasciste, stanno tornando a manifestarsi in modo evidente, riproponendo il loro trito pensiero autoritario, razzista e violento. I continui appelli alla necessità di riportare ordine attraverso una legislazione più severa che sospenda i diritti e la libertà nel nome dell'ordine, ci fanno tornare immediatamente col pensiero a quel periodo, rilevando gli aspetti di continuità. 
Nonostante tutto l'ordine democratico tenne, i tentativi eversivi, nonostante il terrore provocato da morti e feriti, non ebbero successo. Oggi siamo in un'epoca di forte disaffezione per la politica e di scarso impegno dei cittadini, rispetto a quegli anni, Il rischio che ciò che non accadde allora possa accadere oggi è perciò forte. Ecco perché è importante ricordare, capire e vigilare.

Comitato Antifascista Busto Arsizio

c.s.

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