Vetri rotti e periodicamente rappezzati, un parcheggio deserto dove un tempo c'era un viavai continuo. È questa l'immagine desolante dell'ex supermercato di via delle Allodole, nel cuore del quartiere Madonna Regina. Un tempo polo vitale con il punto vendita Carrefour e, fino alla primavera del 2023, una palestra, oggi è un guscio vuoto che si è trasformato in un simbolo di abbandono e fonte di preoccupazione per chi vive nei dintorni.
E se Carrefour Italia passa definitivamente in mani italiane, a NewPrinces, la società che ha annunciato l'acquisizione di tutti i 1.188 punti vendita del gruppo francese per un miliardo di euro (LEGGI QUI), il capannone di Madonna Regina non è direttamente interessata dalla questione, visto che i proprietari sono diversi e che il supermercato, attivo fino a qualche anno fa, era solo in affitto.
Rimarrà, a meno di non preventivati colpi di coda, una scatola vuota. Situazione di disagio per i tanti residenti del quartiere, rimasti completamente privi di un punto vendita alimentari, a parte le poche eccezioni su qualche genere alimentari (un paio di pizzerie, un panettiere, qualche bar). Si vocifera che qualche privato si sia interessata per poter utilizzare il luogo, ma per ora nulla è sbocciato. Il risultato, insomma, è un lento e inesorabile declino, accelerato da quando anche la palestra ha chiuso. Nel frattempo l'erbaccia del parcheggio cresce e ogni tanto viene rotta qualche vetrina che dà accesso al capannone; puntualmente, poi, qualche incaricato dalla proprietà provvede a chiudere il varco con un tavolo di compensato, per evitare che ci si possa introdurre. L'ultimo episodio è un vetro sfondato con un estintore all'ingresso della vecchia palestra. Ogni volta che rompono qualcosa, vengono a rappezzare, ma il problema si ripresenta puntualmente. La presenza delle forze dell'ordine e di guardie giurate, che passano quasi quotidianamente, è un deterrente, ma non risolve il problema alla radice.
Ma il vero dramma, per il quartiere di Madonna Regina, è l'impatto sociale. In una zona che conta circa 7mila persone, la mancanza di un negozio di prossimità si fa sentire pesantemente, soprattutto per le fasce più deboli. «Tutti quelli che non hanno la patente, dove vanno a fare la spesa? - si chiede amaramente Antonello Castiglioni - Prima questo posto era una salvezza. Ora le persone, soprattutto gli anziani, sono in difficoltà. Penso a mia madre: prima veniva qui a piedi, ora deve dipendere da noi per le commissioni».
L'assenza di un supermercato costringe i residenti a spostarsi, rendendo complicato un gesto semplice come l'acquisto di beni di prima necessità. Per la comunità, riaprire quel negozio "sarebbe come fare 13 alla schedina", un sogno che si scontra con una realtà fatta di ostacoli apparentemente insormontabili.
Mentre le questioni legali e societarie restano irrisolte, il quartiere Madonna Regina attende una soluzione. La speranza è che qualcuno possa sbloccare l'impasse e restituire alla comunità non solo un servizio essenziale, ma anche il polo vitale che il Carrefour e la palestra rappresentavano, prima che, come riassume perfettamente Castiglioni, «il degrado porti altro degrado».
Ma la chiusura del polo commerciale di via delle Allodole è solo il capitolo più vistoso di un progressivo svuotamento che ha colpito l'intero quartiere, privandolo di servizi essenziali. A sottolinearlo sono Lorenzo Forasacco e Renato Gallo, memorie storiche di Madonna Regina.
Una proposta, i residenti, l'avevano fatta in Comune un paio di anni fa, chiedendo che, nella lingua d'asfalto che, davanti all'ingresso della parte nuova del cimitero, corre perpendicolarmente a via Lonate, una volta a settimana arrivassero alcuni banchi del mercato, per poter vendere i prodotti alimentari base; per ora nulla si è mosso.
«I servizi sono spariti», esordisce Gallo, elencando le saracinesche che si sono abbassate negli ultimi anni. «Ha chiuso la ferramenta, ha chiuso la merceria, hanno chiuso altri. Non c'è quasi più niente». Una desertificazione commerciale che lascia i residenti sempre più isolati.
L'impatto sulla vita quotidiana è immediato. Senza un supermercato a portata di mano, per molti fare la spesa è diventata un'impresa. «O al Tigros o al Bennet», spiega Forasacco, riferendosi alle alternative più vicine, ma raggiungibili solo in auto. La situazione si complica per chi non ha mezzi propri. «Vedi delle signore che, col loro carrellino, vanno al Tigros la mattina». Un'immagine che racchiude la fatica e la necessità di percorrere lunghe distanze per un gesto che dovrebbe essere semplice, confermando le difficoltà per i residenti più anziani e fragili del quartiere.