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Economia | 29 luglio 2025, 14:21

È la fine di un'epoca per Ignis, Philips, Whirlpool, Beko, per Cassinetta e per tutta la provincia: dal primo agosto chiude il reparto della progettazione frigoriferi

È un pezzo di storia che si chiude dopo 60 anni di gloria industriale: ai tempi d'oro si vendevano 4 milioni e mezzo di frigo e congelatori, di cui due e mezzo prodotti in Italia. «Chi è già in pensione oggi si guarda indietro con gratitudine e un po’ di malinconia. Chi resta, invece, vive giorni di paura e amarezza. Si spegne la progettazione frigoriferi. Ma non si spegne la dignità di chi l’ha costruita, difesa, fatta crescere. E non si cancella il contributo di un reparto che ha reso grande il nome dell’Italia industriale nel mondo»

L'ingresso dello stabilimento, oggi Beko, di Cassinetta a Biandronno

L'ingresso dello stabilimento, oggi Beko, di Cassinetta a Biandronno

Si chiude il prossimo 1° agosto dopo 60 anni di gloria industriale italiana e varesina, il reparto progettazione frigoriferi di Cassinetta di Biandronno.

A rendere omaggio a questa eccellenza tutta nostrana è Salvatore De Caprio, per lunghi anni dipendente Whirlpool, il quale ha scritto un toccante, orgoglioso ed emozionate post su Facebook che ripercorre un pezzo di storia fatto prima di tutto di persone, che di seguito proponiamo integralmente:

La fine di un’era: il 1° agosto chiude la progettazione frigoriferi nata 60 anni fa.

Il 1° agosto 2025 si spegneranno le luci su uno dei reparti più iconici dell’industria italiana: la progettazione frigoriferi del gruppo Whirlpool, già Ignis e Philips. Un centro che, per oltre sei decenni, ha rappresentato molto più di un ufficio tecnico. Era un simbolo di eccellenza, creatività e orgoglio.

Eravamo forti — e lo sapevamo. Il Direttore ce lo diceva spesso: «Siamo la prima progettazione frigoriferi d’Europa» — e a quei tempi, significava essere i primi al mondo. Non era solo orgoglio aziendale, era verità tecnica: Bosch, Electrolux e pochi altri ci facevano compagnia sul podio.

Lì sono nate innovazioni che hanno segnato la storia del freddo domestico: i primi No Frost europei, i combinati Sirio e Concorde, i Combi 60, e soprattutto i frigoriferi built-in, talmente ben progettati che marchi prestigiosi come V-Zug e Ikea li hanno acquistati direttamente per metterli sul mercato con il loro brand. Linee produttive da quasi un milione di pezzi all’anno. Tecnologie all’avanguardia: evaporatori sandwich, capillari esterni e in alluminio, e l’introduzione del gas R600a in tempi record.

Questa progettazione frigoriferi non era solo una macchina di efficienza: era una squadra. Uomini e donne che partivano per Evansville, Monterrey, Joinville, a esportare competenze, migliorare prodotti, risolvere problemi.

Ogni primavera, la fiera di Colonia scandiva l’anno: prima si preparavano i prototipi, poi si correva per restare davanti alla concorrenza.

Negli anni d’oro, 4 milioni di frigoriferi e congelatori portavano ogni anno il marchio Whirlpool (e prima Ignis, Philips) in Europa. Di questi, 2,5 milioni erano prodotti in Italia.

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Da Ignis a Whirlpool, poi a Beko Europe: 60 anni di storia industriale

Tutto era iniziato con Ignis, nata nel 1943 a Comerio (Varese). Nel 1972 fu acquisita da Philips, entrando nella joint-venture IRE. A fine anni ’80 arrivò Whirlpool, che prima rilevò parte delle attività (1988) e poi l’intera divisione europea (1991).

Nel 2014 l’ingresso in Whirlpool di Indesit, l’orgoglio marchigiano della famiglia Merloni, sembrò allargare la famiglia. Ma fu anche il primo segnale di discontinuità: le culture aziendali non si fusero mai davvero.

Nel 2023, l’annuncio della fusione tra Whirlpool e Arçelik (proprietaria di Beko) ha portato alla nascita, nel 2024, di Beko Europe, con Whirlpool al 25% e i turchi al controllo. A cascata, l’Italia ha perso il suo ruolo centrale. Il piano industriale 2025 ha confermato la chiusura delle progettazioni frigoriferi e di tre stabilimenti, con oltre 2.000 esuberi previsti.

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La vera perdita: un patrimonio umano

Dietro la tecnologia, dietro ogni brevetto, c’erano persone. E in particolare nel reparto di progettazione frigoriferi, c’era un senso di appartenenza raro. C’era Gavina, leggenda aziendale: progettista termodinamico, elettrico, strutturale, ma anche mentore, manager e motivatore.

Con lui e grazie a lui, quella progettazione è diventata scuola, famiglia, laboratorio di idee. Gli ingegneri non si limitavano a disegnare schemi: creavano futuro.

Poi il tempo ha cambiato le priorità. Le delocalizzazioni, la globalizzazione, i bilanci, le fusioni. E infine la tragedia umana del 2025: colleghi e amici che resteranno senza lavoro.

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Un addio che fa male

Il 1° agosto non è solo una data: è un confine emotivo. Un prima e un dopo.

Chi è già in pensione oggi si guarda indietro con gratitudine e un po’ di malinconia. Chi resta, invece, vive giorni di paura e amarezza.

Si spegne la progettazione frigoriferi. Ma non si spegne la dignità di chi l’ha costruita, difesa, fatta crescere. E non si cancella il contributo di un reparto che ha reso grande il nome dell’Italia industriale nel mondo.

Oggi si chiude una porta. Ma la memoria resta viva, fiera, e grida: “C’era una volta la progettazione frigoriferi italiana. E faceva scuola a tutti.”

Redazione

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